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A giugno Obama incontra Xi. Tutti i dossier Usa-Cina

Sarà il ranch di Sunnyland in California a ospitare il primo incontro tra il presidente statunitense Barack Obama e il suo omologo cinese Xi Jinping, da quando quest’ultimo ha assunto la guida della Repubblica popolare. L’incontro tra i leader della prima e della seconda economia al mondo è in agenda il 7 e l’8 giugno prossimi.

Sul tavolo delle discussioni, oltre alla questione nordcoreana che rischia di minare la stabilità nell’Asia nordorientale, c’è la distensione dei rapporti tra Pechino e Washington, turbati negli ultimi mesi dalle accuse di spionaggio informatico lanciate dagli Usa contro il governo cinese e dal rinnovato interesse statunitense, economico e strategico, nella regione asiatica, considerato un contenimento dell’influenza del Dragone.

Sarà stato un caso del calendario, ma l’annuncio della visita è stato dato nel giorno della visita a Washington di Thein Sein, presidente di quella Birmania che prima dell’inizio del processo di apertura e riforma poteva vantare nella Cina uno dei pochi partner e alleati.

L’incontro servirà affinché le relazioni tra Cina e Usa si sviluppino stabili nel lungo termine, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Qin Gang. Secondo quanto si legge nel comunicato della Casa Bianca, la visita sarà anche occasione per discutere dei progressi e delle sfide nella relazione tra i due Paesi alla luce degli ultimi quattro anno, ossia nel passato mandato presidenziale di Obama, per sondare quella che a Washington chiamano il nuovo tipo di relazione tra le grandi potenze.

Funzionari statunitensi, citati dal Financial Times, descrivono il presidente Xi più disinvolto e sicuro di sé rispetto al suo predecessore Hu Jintao, con cui Obama ha avuto rapporti ingessati Nelle scorse settimane era stata Hillary Clinton a parlare di un Xi più pragmatico e più uomo politico rispetto a Hu, con cui trattò nei quattro anni alla guida del dipartimento di Stato durante la passata amministrazione Obama. Il nuovo imperatore, ricorda il quotidiano della City, ha tuttavia anche simpatie più nazionaliste e ha scelto come parola d’ordine e obiettivo del proprio governo realizzare il sogno cinese e il rinascimento del Dragone.

I due leader hanno già avuto occasione di incontrarsi in passato. Successe a febbraio dell’anno scorso. Xi ricopriva ancora la carica di vicepresidente , ma già era riconosciuto come il capo di Stato in pectore. Un viaggio ricordato soprattutto per la scelta del futuro leader cinese di andare nell’Iowa, Stato agricolo dove già trascorse del tempo nel 1985, con una scelta capace di ricreare un’immagine simbolo come fu anni prima quella di Deng Xiaoping con il cappello dal cowboy i testa.

Lo scorso marzo Obama si congratulò per telefono per la nomina di Xi, un colloquio che fu anche occasione di discutere di sicurezza informatica e Corea del Nord. Negli ultimi tre mesi i contatti tra le due amministrazioni sono passati anche per le visite a Pechino del segretario al Tesoro, Jack Lew, del segretario di Stato, John Kerry e del capo di Stato maggiore, Martin Dempsey. Senza contare gli incontri di livello con personalità della politica e del mondo degli affari come Henry Kissinger e Bill Gates.

A preparare l’arrivo di Xi negli Usa sarà il consigliere presidenziale per la sicurezza nazionale, Tom Donilon, lo stesso che a marzo punto il dito direttamente contro Pechino per le campagne di pirateria informatica, una delle principali sfide ai rapporti economici tra le due potenze. Obama e Xi si incontreranno quindi prima di quanto ci si aspettasse. Un faccia a faccia tra i due non era previsto prima del vertice del G20 del prossimo novembre. Ma tra Usa e Cina, ha spiegato Bonnie Glasser del Center for Strategic and International Studies al Washington Post, “servono più di 20 minuti a margine di un altro meeting”.

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