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Perché le banche italiane piagnucolano

La redditività è in peggioramento, ma la situazione patrimoniale delle banche italiane sembra migliorata. Un passo avanti che riduce i timori per i prossimi stress test europei, in vista della futura applicazione dei criteri previsti dall’accordo di Basilea.

Le banche la mettono così: la loro ripresa dipende da quella economica del Paese, senza notare che spesso come causa della crisi viene additato anche il credit crunch praticato dalle banche, nonostante i bassi interessi e le operazioni di finanziamento a lungo termine decise dalla Bce, come quella Ltro.

Per le banche italiane la situazione è ancora difficile e la priorità resta il rilancio della crescita economica del Paese. “Il quadro è ancora complesso – ha detto il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini – e fortemente condizionato dalla crisi del debito sovrano. Questo ha impattato sui bilanci: la redditività è ancora in calo, i margini ai minimi storici”.

L’omogeneità dei criteri per gli stress test

Le banche italiane non sono preoccupate per i prossimi stress test europei ma chiedono che siano realizzati in maniera omogenea. Secondo Sabatini non c’è “preoccupazione rispetto agli stress test. Il problema resta che sono su base disomogenea. È importante fare gli stress test ma su base omogenea”.

La redditività in peggioramento

Le banche italiane restano solide ma la redditività è ancora in peggioramento, con un 2012 archiviato con perdite per 1,8 miliardi di euro e un roe (return on equity) pari a -1%. Lo sostiene l’Abi sulla base di un’analisi dei bilanci annuali di 39 gruppi bancari, secondo cui c’è “una prosecuzione della scia di peggioramento delle condizioni di redditività di settore”.

Il roe, calcolato al netto delle componenti straordinarie non ricorrenti (come la svalutazione degli avviamenti), nel 2012 è sceso allo 0,47% dal +2,38 dell’anno prima, con un utile consolidato in calo a 1 miliardo dai 5 miliardi del 2011. Non rettificando per queste componenti straordinarie il risultato netto consolidato è negativo per 1,8 miliardi, con un roe in diminuzione dell’1%.

Migliora la patrimonializzazione

Le banche italiane hanno migliorato però il livello di patrimonializzazione, “risultando pienamente allineate alla media europea. Nel 2012 il Tier 1 è salito al 10,56% dal 9,52% dell’anno prima. Il total capital ratio, relativo all’intero patrimonio di vigilanza, è aumentato invece al 13,46%, da 12,71% dell’anno precedente. È proseguito inoltre – ha spiegato l’Abi – il percorso di riorganizzazione delle banche sul fronte dei costi per perseguire obiettivi di efficienza: c’è stata una riduzione del 2,2% delle spese amministrative, dovuta alla diminuzione delle spese per il personale (-2,7%) e delle altre spese amministrative”.

Le richieste sul mercato del lavoro

L’Abi chiederà al governo una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro usando il patto intergenerazionale. “Al ministro Giovannini – ha detto Sabatini alla vigilia dell’incontro tra governo e parti sociali – chiederemo una maggiore flessibilità in entrata, valorizzando il contratto di apprendistato, e una migliore flessibilità in uscita usando il meccanismo del patto intergenerazionale”.

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