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Ilva, perché il cda si è dimesso. Polemiche sulla magistratura

Con i sequestri disposti dal Gip di Taranto “sono a rischio 24 mila posti di lavoro diretti, 40 mila con l’indotto”. Lo sottolineano fonti dell’Ilva dopo l’annuncio delle dimissioni del Cda. “Si sta mettendo in pericolo tutto – proseguono le fonti – c’è il rischio concreto che decine di migliaia di persone restino senza lavoro”.

Perché il cda si è dimesso

Al termine del Cda dell’Ilva tenutosi a Milano, Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure hanno presentato le proprie dimissioni da consiglieri.  “Il Consiglio di amministrazione di Ilva – si legge nel comunicato dell’azienda – ha esaminato oggi il provvedimento del Gip di Taranto del 22 maggio corrente e ha dato mandato ai propri legali di impugnarlo nelle sedi competenti. L’ordinanza dell`Autoritŕ giudiziaria colpisce i beni di pertinenza di Riva Fire e in via residuale gli immobili di Ilva che non siano strettamente indispensabili all’esercizio dell’attività produttiva nello stabilimento di Taranto”.

Le critiche alla magistratura

“Per tali motivi – prosegue la nota – il provvedimento ha effetti oggettivamente negativi per Ilva, i cui beni sono tutti strettamente indispensabili all`attivitŕ industriale e per questo tutelati dalla legge n.231 del 2012, dichiarata legittima dalla Corte Costituzionale. Vista la gravità della situazione e incidendo il provvedimento di sequestro anche sulla partecipazione di controllo di Ilva detenuta da Riva Fire, i consiglieri, Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure hanno presentato le dimissioni dalle rispettive cariche con effetto dalla data dell`Assemblea dei Soci, che il Consiglio ha convocato per il giorno 5 giugno ore 9, ponendo all’ordine del giorno la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione”.

Il commento allarmato del Pdl

“I provvedimenti assunti dalla magistratura in relazione alla proprieta’ degli stabilimenti Ilva – ha commentato Sandro Bondi, coordinatore del Pdl – rivelano che in Italia il potere legislativo e l’ordine giudiziario agiscono su piani non comunicanti e conflittuali. Una tale situazione non puo’ che condurre a esiti drammatici per la nostra economia, gia’ provata dalla crisi e da una endemica disoccupazione soprattutto al Sud”.  “Alla lunga -aggiunge- nessun Paese puo’ sopravvivere a una tale conflittualita’ e mancanza di cooperazione”, ha concluso Bondi.

L’appello della Uil

“E’ giunta l’ora che il governo si assuma direttamente la responsabilita’ della gestione dello stabilimento Ilva di Taranto e di tutti gli altri siti del gruppo siderurgico”. E’ lapidario Rocco Palombella, segretario generale della Uilm dopo la notizia delle dimissioni dal ‘management’ dei consiglieri Bondi, Ferrante e De Iure. “Si tratta – ha continuato il leader della Uilm – dell’ultimo capitolo di una saga che può avere risvolti drammatici dal punto di vista produttivo, occupazionale ed ambientale. Le dimissioni precedono gli ultimi provvedimenti di sequestro sui beni della famiglia Riva da parte della magistratura e l’intenzione da parte della’azienda siderurgica di impugnarli”.

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