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Lorenzo Necci, un uomo ad alta velocità in un paese bloccato

Sono ancora quattro le grandi emergenze che l’Italia dovrebbe affrontare per ripartire dalla profonda crisi in cui si trova, quelle che vent’anni fa il manager Lorenzo Necci identificava in Questione Istituzionale, Questione morale, Questione della competitività e del debito pubblico, Questione infrastrutturale. Quelle stesse questioni che ancora oggi non sono state affrontate, se non in minima parte.

Manager pubblico “umanista” e “ad alta velocità”, di cui è stato ideatore, a cavallo tra gli anni ‘80 e ’90 ha puntato al rinnovamento di importanti settori produttivi, come quello della chimica, dell’energia, dei trasporti e della logistica. Necci è stato un convinto sostenitore delle “infrastrutture” sia materiali che immateriali:  “Un Paese che non investe in reti e infrastrutture non ha avvenire… perché esse rappresentano il collante della civiltà, che su di esse si costruiscono e grazie a loro evolvono”, si legge nel suo libro “Memento. La mia storia” (Edizioni Magi).

Necci aveva ideato un progetto che prevedeva non solo la rete ferroviaria ad alta velocità ma anche treni dedicati ai pendolari e cargo all’interno di un sistema integrato che facilitasse la mobilità delle persone e delle merci e rilanciare così la competitività.
La sua visione prevedeva un’Italia protagonista nel quadro geopolitico europeo, e non solo; intravedeva le potenzialità del nostro Paese – già agli inizi degli anni ’90 – come possibile “ponte dell’Europa”, crocevia storico, politico, culturale e industriale all’interno del Mediterraneo.

Fu tra i primi a capire i drastici mutamenti che la globalizzazione avrebbe causato alle economie nazionali, troppo poco proiettate verso i mercati stranieri, così come fu tra i primi a denunciare la “svendita” del sistema Italia.

Per raccogliere la sua eredità e portare avanti le sue sfide sul terreno della competitività infrastrutturale la Fondazione Lorenzo Necci ha presentato oggi a Roma l’iniziativa “Un uomo ad alta velocità in un Paese bloccato” presso l’Auditorium dell’Ara Pacis.

 

 

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