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Lo slalom speciale del governo Letta

I dati della disoccupazione nell’eurozona e in Italia sono drammatici. Eurostat rende noto quelli relativi all’eurozona, dove la  disoccupazione ha toccato ad aprile il livello più alto mai raggiunto dal 1995: il 12,2% contro l’11,2 dell’aprile 2012. Stessa cosa per quella giovanile, arrivata a quota 24,4%. L’Italia, con il suo 41,9 % di giovani disoccupati, è al quarto posto dopo Grecia, Spagna e Portogallo.

Musica dello stesso lugubre suono, infatti,  in Italia dove, secondo l’ISTAT, Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è pari al 41,9% nel primo trimestre del 2012 (dati non destagionalizzati) raggiungendo, in base a confronti tendenziali, il massimo storico assoluto, ovvero il livello più alto dal primo trimestre del 1977. Cosa ancor più inquietante: l’11 % dei giovani non cerca nemmeno più di trovare un posto di lavoro. Un’intera fascia generazionale abbandonata alla sfiducia e allo sconforto. Nel primo trimestre del 2013 il tasso di disoccupazione è balzato al 12,8%. Considerando i confronti tendenziali é il livello più alto dal primo trimestre del 1977.

Sono questi i dati con cui il governo Letta-Alfano si trova a dover fare i conti, dopo che mercoledì 29 Maggio l’Unione Europea ha deciso che l’Italia ha superato l’esame chiudendo così la procedura per deficit eccessivo durata quattro anni. A tale assoluzione si sono, tuttavia, aggiunte alcune “raccomandazioni”, autentici gravosi “paletti “ che hanno costretto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a confermare che “ non faremo debito” dedicando tutte le risorse sul lavoro. E’ questa la prova alla quale il governo si appresta a porre soluzione.

Primo dato positivo: il raggiunto storico accordo di ieri tra le tre centrali confederali e Confindustria sul riconoscimento dei sistemi di rappresentanza sindacali e la democrazia nelle fabbriche, premessa per un ristabilimento di relazioni sindacali unitarie dopo anni di rottura pericolosa tra CGIL.CISL e UIL.

Sono, tuttavia, “ i sei paletti comunitari” che vanno tenuti sotto attenta osservazione e controllo e costringono il governo a un complicato slalom speciale:
1) i conti pubblici, che devono essere tali da garantire il rapporto deficit/PIL sotto il 3%, considerato che l’Italia soffre di un debito pubblico complessivo enorme e che sta veleggiando verso il 130% sul PIL;
2) le riforme , necessarie per superare le debolezze della Pubblica amministrazione e le lentezze della giustizia civile con le sue pesanti ripercussione sui cittadini e sulle imprese;
3) le azioni delle banche, sottoposte a una cura di riordino, dopo che la recessione ne ha indebolite le capacità di sostegno alle attività economiche, al fine di migliorare il flusso di credito verso le attività produttive;
4) il lavoro che reclama una seria riorganizzazione dei meccanismi di flessibilità, resi ancor più rigidi dalla riforma Fornero, e un rafforzamento dell’istruzione, della formazione professionale, dei servizi pubblici all’impiego. Essenziale sarà anche dare immediata operatività alla proposta di controlli ex post sulle nuove aperture di attività in luogo delle farraginose e costose attuali procedure ex ante;
5) il fisco, che, da un lato, deve essere in grado di perseguire con efficacia ed efficienza lo scandalo di un’evasione ed elusione fiscale vergognose, senza giungere alle forme di vessazioni intollerabili messe in atto dall’attuale sistema di funzionamento dell’agenzia delle entrate. Un fisco che dovrà gravare sempre meno su lavoro e capitale e colpire di più sui consumi, immobili e ambiente. Revisione delle esenzioni IVA e riforma catastale per rendere i dati corrispondenti ai valori di mercato;
6) concorrenza, che deve diventare concorrenza vera, da perseguire attraverso una riforma autentica e politiche di liberalizzazioni tali da aprire al mercato tutti i settori, dai servizi pubblici locali, al comparto del gas, delle telecomunicazioni e dei trasporti. Positiva la prima scelta di Telecom di scorporo della rete dagli altri servizi, premessa per investimenti strutturali in grado di offrire al Paese. con la migliore diffusione delle nuove tecnologie non solo nelle aree urbane ad alta domanda, ma in tutto il Paese, un’autentica concorrenza tra diversi attori.

Concentrare le poche risorse disponibili sul tema del lavoro e porre attenzione ai criteri da seguire nella corsa ad ostacoli attraverso i sei paletti comunitari, in attesa che nel prossimo vertice UE di Giugno, si possano creare le condizioni per una revisione degli “stupidi criteri” su cui si è sin qui costruita l’unione monetaria europea: sono questi gli impegni che ci attendiamo da un governo giovane al quale auguriamo lunga vita. E non saranno le incontrollate ansie da prestazione renziane o le sparate di “Matamoro Grillo”, entrambe sin qui, apparse velleitarie e senza costrutto, a creare problemi al duo emergente Letta-Alfano.

Ettore Bonalberti- Venezia, 1 Giugno 2013

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