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Ecco come l’Iran sostiene il regime di Assad

Husein Amir Abdolahia

“Oggi siamo coinvolti in ogni aspetto della guerra in Siria, non solo dal punto di vista militare ma anche culturale”. Con questa affermazione il generale Salar Abnoush, comandante della Guardia rivoluzionaria islamica dell’Iran, ha introdotto oggi un discorso ai volontari, secondo la tv iraniana Daneshjoo. Una dichiarazione che conferma il sostegno del governo di Mahmud Ahmadinejād al regime di Bashar al Assad, che oggi si materializza nell’invio di truppe.

Il viceministro iraniano degli Affari esteri con delega ai paesi arabi e africani, Husein Amir Abdolahian, ha detto oggi che la Repubblica islamica “si complimenta con il popolo e l’esercito siriano per la vittoria sui terroristi ad Al Qusair”.

Abdolahian aveva accusato “certi paesi” (con un chiaro riferimento agli Stati Uniti, l’Unione europea e gli alleati regionali), di appoggiare l’invio di armi ai “terroristi”, come sono chiamati i ribelli in Siria.
Inizialmente, le autorità iraniane avevano negato la presenza militare in territorio siriano, ma il ministro della Difesa, Ahmad Vahidi, ha detto che in caso Damasco non riuscisse a contenere la ribellione, Teheran avrebbe offerto aiuto militare con un accordo di difesa bilaterale.

Secondo il Wall Street Journal, l’Iran invia centinaia di comandanti della Guardia Rivoluzionaria islamica e soldati volontari delle Forze di resistenza Basij per collaborare con l’esercito siriano.
Il quotidiano americano ha spiegato che questo aiuto militare è arrivato dopo che i ribelli dell’opposizione sono entrati nella capitale economica del paese, Aleppo, e nella capitale politica Damasco.

“Una delle ali dell’Iran sarebbe spezzata se Assad fallisse. Loro (gli iraniani, ndr) ora investono tutti i contatti che hanno, dall’Iraq fino al Libano, per mantenerlo al potere”, ha detto al Wall Street Journal Mohsen Sazegara, un ex-membro dell’esercito iraniano esiliato in America. Gli iraniani aiutano anche le truppe siriane su temi come strategia e intelligence.

Per questo motivo resta il dubbio se sia opportuno lasciare l’Iran fuori dal vertice di Ginevra 2 e vietare la partecipazione all’unico alleato regionale della Siria nell’ultimo tentativo di trovare una soluzione diplomatica alla guerra in Siria.

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