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44 saggi in fila per sei col resto di due…

Con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri è iniziato ufficialmente il percorso delle “riforme istituzionali”. Il primo passo è stato la nomina dei 44 saggi (35 iniziali + 7 redigenti + 2 consiglieri). Le baruffe sui giornali sono scattate immediatamente, il correntismo domina anche tra i saggi: presidenzialisti, parlamentaristi, premieratisti. Sembra di assistere alla divisione del PD.

Dubito che questo percorso sia in grado di giungere al traguardo, nessun Parlamento è stato mai in grado di mettere efficacemente mano alla Costituzione. Le divisioni sono troppo profonde, le pregiudiziali infinite, gli animi troppo mutevoli, come dimostra l’abbaglio estivo per la forma presidenziale da parte di importanti esponenti politici insieme alla totale contrarietà di altri (Libertà e Giustizia, parte del PD e anche di Scelta Civica).

Esiste una soluzione in grado di tutelare il governo, il Parlamento e soprattutto i cittadini: l’indizione di un referendum d’indirizzo che dia modo di scegliere tra la Repubblica Presidenziale e quella Parlamentare. Sulla base del risultato, il Parlamento (o un’Assemblea Costituente) avrà il compito di elaborare la nuova Carta, seguendo l’indicazione fornita dal popolo.

L’Italia deve affidare nelle mani dei cittadini questa decisione, come avvenne nel 1946. In gioco non c’è solo la forma dello Stato, ma la qualità delle nostre istituzioni democratiche e il nostro futuro. Elementi troppo seri per essere lasciati in mano a 44 professori.

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