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L’arte e la cultura per uscire dalla crisi. Parla Rutelli

L’Italia è un immenso museo a cielo aperto e la cultura può rappresentare per il nostro Paese una risorsa capace di produrre ricchezza e lavoro.

“Dobbiamo imparare a considerare la cultura come una vera e propria risorsa economica, un bene che, se correttamente gestito, può produrre ricchezza, offrire posti di lavoro, dare opportunità di crescita a tante aree del mondo”.
Con queste parole il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha introdotto il Primo Simposio internazionale sulla diplomazia culturale intitolato ‘Il potere della cultura per il dialogo, la cooperazione internazionale e la pace’, una due giorni sulla Diplomazia culturale che, per la prima volta in Italia, ha luogo a Roma grazie alla collaborazione dell’Institute for Cultural Diplomacy, della Società Dante Alighieri e dell’Associazione Priorità Cultura.
“Perché la cultura rappresenti un fattore sano di crescita per l’economia mondiale, è però necessario attivarsi per contrastare in maniera forte e determinata il traffico illecito dell’arte – ha avvertito Grasso -. E l’Italia, immenso museo a cielo aperto, è esposta ad una costante aggressione ai beni culturali da parte della criminalità organizzata. Il traffico illecito di opere d’arte, insieme a quello della droga e della armi, è oggi uno dei più lucrativi al mondo”.

Ma quali sono gli obiettivi del Simposio?
“È una ‘prima’ per il nostro Paese. Non si erano incontrate mai tante personalità del governo, della cultura, delle istituzioni, per confrontarsi su un tema emergente – anche se esiste da millenni! – come la Diplomazia culturale”, ha detto Francesco Rutelli, presidente onorario dell’Institute for Cultural Diplomacy in una conversazione con Formiche.net.
“Cercheremo di chiarire cosa significa oggi nel mondo globale. Cercheremo di definire le grandi potenzialità che ha per una Nazione come l’Italia. E di indicare delle strade nuove”, ha aggiunto Rutelli.

Può la cultura rappresentare in Italia una risposta all’occupazione? 
“Senz’altro si – risponde Rutelli – Le grandi istituzioni culturali – pensiamo all’Auditorium di Roma, o alla Biennale – sono ‘motori’ culturali ed economici, assicurano sviluppo e occupazione. E le città sono motori di sviluppo sempre più basate su cultura, tecnologia, innovazione. Il turismo culturale è decisivo: nel 2012, i turisti stranieri hanno speso in Italia 32 miliardi di euro; siamo al primo posto per le spese dei cinesi affluenti all’estero, secondo un’indagine recente. È qui che si incontrano cultura, gusto, design, moda italiani, e si difendono il patrimonio e le produzioni nazionali”.

Alcune proposte concrete
Tra le proposte concrete che saranno presentate in questi due giorni capaci anche di offrire una risposta alla crisi Rutelli cita il rilancio “dell’idea italiana dei Caschi Blu per il patrimonio culturale: creare un Fondo internazionale per impiegare tecnici, tecnologi, operatori culturali a tutela del patrimonio minacciato o colpito nei conflitti, si pensi alla tragedia in Siria. E la linea italiana contro il traffico illecito dell’archeologia e dell’arte: un business multimiliardario per il crimine organizzato che si contrasta con la legalità e un’efficiente cooperazione internazionale”, spiega Rutelli.

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