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Ecco come il Pdl può risorgere. Parla Belpietro, che critica il Partito dei Carini…

Riunire un pool di teste pensanti che riscriva la Costituzione, lavorare per un fisco giusto che restituisca il Paese ai legittimi proprietari, ovvero ai cittadini, dal momento che il vero padrone d’Italia oggi è la burocrazia. Il futuro del Pdl e i movimenti tellurici che lo stanno spingendo ad un rinnovamento analizzati dal direttore di Libero, Maurizio Belpietro, che più che leggere nella filigrana di nomi nuovi o di consistenza del movimento-partito, invita ad andare dritti al cuore del problema: serve un grande piano Marshall di rinascita liberale.  

Perché “Forza Italia dei carini” (così come l’ha definita ieri su Libero), non è la risposta che occorre al Pdl?
Non è sufficiente solo una faccia, un Marchini o un Barilla, ammesso che accettino: serve qualcosa di più concreto, un’idea netta e precisa dal punto di vista economico che in questo momento non vedo. Occorrono leggi per disboscare la burocrazia, un programma di pochi punti che non può risolversi solo nell’Imu, ma in una proposta più seria e strutturata.

Come ad esempio un grande piano Marshall di rinascita liberale?
Sì, è necessario che qualcuno si rimbocchi le maniche per rifondare questo Stato. Insomma, una vera rivoluzione liberale. Per ottenere i denari da investire, prima serve trovarli tramite appoggi internazionali, penso agli Stati Uniti che stanno ripartendo: per cui immagino che sarebbe utile cercare proprio con loro delle intese. Quando dico che è imprescindibile un dimagrimento dello Stato non mi riferisco esclusivamente al fattore economico, che è assolutamente indispensabile, quanto all’ossessiva presenza dello Stato nelle vite dei cittadini.

Quindi una sburocratizzazione che combatta lo statalismo esasperato?
Siamo preda di centinaia di leggi che ci obbligano ad adempimenti stupidi ed assurdi. Gli investimenti vanno altrove perché non riescono a convivere con tutto ciò. Penso al fatto che assumere un dipendente sia diventato complicatissimo, al pari di investire o di avviare un’attività che comporta numerose autorizzazioni. Al Tribunale di Roma la giustizia civile fissa le udienze a distanza di cinque anni: vi sembra normale? Questo è un Paese folle, da lì bisognerebbe ripartire, da una giustizia che emetta sentenze entro un anno e non dalla volontà di dare qualche incentivo sporadico.

Berlusconi vorrebbe un nuovo Pdl leggero, dalle movenze movimentiste e a guida rosa: ma, al di là della forma, come non ripetere gli errori strutturali del passato?
Ho la sensazione che Berlusconi stia ripetendo la storia della straordinaria cavalcata della sua discesa in campo. La differenza è che quella è una storia irripetibile, in quanto non c’è un altro Berlusconi. Ma il dato non è se realizzare un movimento leggero o pesante o se la guida sarà rosa o meno, piuttosto cosa avrà da dire questo nuovo contenitore. Il punto della questione non è se puntare o meno sul partito dei carini, ma decidere cosa questo partito vorrà fare o cosa promettere agli italiani. Io non l’ho ancora capito.

Leader e consiglieri rischiano di smarrirsi in slogan e promesse controproducenti?
Stiamo vedendo cosa accade nel Movimento Cinque Stelle: si è presentato un comico con l’intenzione di cambiare tutto, che effettivamente mostrava una grande efficacia. Poi, nel momento topico, la gente si è improvvisamente resa conto che Grillo non aveva esposto cosa avrebbe fatto in concreto. Aveva annunciato cosa avrebbe abbattuto, ma non cosa avrebbe costruito. E continuiamo tutti a non sapere che intenzioni ha, molto probabilmente non lo sa neanche lui, tant’è che non lo spiega. Per cui non possiamo ripetere gli errori del passato, ma studiare un passo diverso e più concreto.

Berlusconi l’aveva promessa quella rivoluzione liberale…
Da quella promessa sono passati vent’anni. Oggi bisogna che ci ripensi. Se vorrà dare un seguito alla sua iniziativa politica dovrà partire secondo me da cosa intende realizzare, anche perché siamo di fronte ad una delle crisi più violente della storia. I nomi non contano, puntare su Marchini piuttosto che un altro non è la risposta. Lo abbiamo visto con Alfano, non ha senso ragionare se sia meglio di Verdini o della Santanché.

Sta dicendo che occorrerebbe un manifesto liberale attingendo da ciò che di buono c’è nelle proposte di Fermare il Declino e Italia futura?
Potrebbe essere un momento di sintesi, cercando qualche testa d’uovo da mettere attorno ai leader del centrodestra, per riscrivere la Costituzione accanto ad alcuni testi fondamentali, riformare il fisco in quanto quello attuale ci “ammazza”. Ciò non significa invitare a non pagare le tasse, ma auspicare di pagarle il giusto. Altro paradosso le interpretazioni che si fanno delle leggi e che rappresentano un ulteriore appesantimento generale. Siamo ostaggi della burocrazia, questa è il vero padrone del Paese.

Perde del tempo, quindi, chi cerca un Renzi a destra?
Sì. Ci si illude che sia sufficiente un volto nuovo per risolvere problemi atavici. Ma qui non siamo in un casting.

twitter@FDepalo

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