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Datagate, l’accorata difesa di Obama

I cittadini statunitensi, forse, si sono sentiti rassicurati dalla difesa che il presidente Barack Obama ha fatto dei programmi di sorveglianza dell’intelligence statunitense, svelati dalle rivelazioni di Edward Snowed.

“Per i cittadini Usa”, ha sottolineato almeno tre volte il capo di Stato in una intervista alla Pbs, nel cercare di rassicurare gli statunitensi sul rispetto della loro privacy. Obama ha spiegato che il programma svelato dai documenti fonte delle inchieste di Guardian e Washington Post è in realtà retto da un sistema di controlli e bilanciamenti. Niente pericolo Grande Fratello, una delle immagini evocate nell’immaginario popolare dalle rivelazioni di Snowden che ha fatto lievitare anche le vendite del classico di Orwell, sebbene alcuni commentatori abbiano evidenziato come tutta la vicenda sembri più ispirata al Mondo nuovo di Aldous Huxley per la volontarietà, o meglio la scarsa attenzione, con cui i cittadini concedono i propri dati a una sorveglianza invisibile e non palese come in 1984.

L’intervento di Obama è stato il primo da almeno 10 giorni sul caso. Il presidente statunitense ha detto di aver istituito una commissione di cittadini indipendenti per esaminare i documenti e metterli in contesto più ampio così da dare inizio a un dialogo nazionale sul tema. L’intervista di Obama è uscita lo stesso giorno del domanda e risposta online tra i lettori del Guardian e Snowden, in questo momento nascosto a Hong Kong e del quale il capo di Stato non ha escluso di chiedere l’estradizione. “Del caso e dell’ipotesi estradizione si sta occupando il dipartimento della Giustizia”, ha spiegato.

Ha voluto poi respingere le critiche di quanti gli hanno rinfacciato di aver abbandonato le posizioni liberali della campagna elettorale del 2008, quando ancora senatore dell’Illinois si opponeva alla sorveglianza attuata dalla passata amministrazione nell’ambito della lotta contro il terrorisimo. “In cima alle mie preoccupazion ci sono sempre stati i controlli e i bilanciamenti, non la raccolta di informazioni di intelligence”.

Critica anche quella che ha chiamato la falsa scelta tra sicurezza nazionale e libertà. Il presidente ha quindi affermato di aver chiesto ai servizi di intelligence di verificare quali altre informazioni sulla raccolta di dati ”possano essere declassificate, senza compromettere ulteriormente i programmi” di cui una parte è stata rivelata dall’ex consulente tecnico della Nsa.

Obama ha inolte negato che l’Agenzia per la sicurezza nazionale possa sentire le chiamate dei cittadini statunitensi o intercettare le email senza mandato, notiza data nei giorni scorsi dal sito CDNet che citava come fonte un parlamentare repubblicano, ma poi smentita. Sempre “se sei cittadino italiano”. Per l’estero gli standard sono altri.

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