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Le nomine in vista di Papa Francesco

Il valzer in Curia sta per cominciare. In coincidenza con la festa dei Santi Pietro e Paolo che cade alla fine di questa settimana, il Papa potrebbe iniziare a mettere mano agli incarichi nella governance della Santa Sede. Tra venerdì e sabato scorsi, Francesco si è intrattenuto personalmente con i nunzi (circa centocinquanta) giunti a Roma da ogni angolo del pianeta, e con loro ha affrontato i problemi relativi alla condizione della chiesa nelle realtà particolari, in quelle “periferie” a lui così care. E’questa la motivazione principale che lo ha portato a rifiutare di prendere parte al concerto per l’Anno della Fede in Aula Paolo VI. Tutti lo aspettavano, la poltrona bianca era come sempre posizionata al centro della grande sala. Pochi minuti prima dell’inizio dell’evento, mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, assicurava davanti alle telecamere di Raiuno che il Papa stava per lasciare a piedi la Casa di Santa Marta. Invece, Francesco ha preferito rimanere chiuso nella sua stanza, a lavorare. Le conversazioni con i nunzi si sono protratte oltre quanto preventivato, così Bergoglio ha scelto di non partecipare a un evento che comunque ritiene mondano.

Un diplomatico in Segreteria di stato
Gli incontri con i rappresentanti diplomatici della Santa Sede sono serviti al Pontefice per chiudere il cerchio delle consultazioni necessarie prima di procedere agli spostamenti di alti prelati da un ufficio all’altro o da un posto di prefetto alla guida di una diocesi. E’ dato per scontato, ormai, che alla testa della Segreteria di stato arriverà un diplomatico. Finita l’era di Tarcisio Bertone (che a dicembre compirà 79 anni, ben quattro più del limite comunque aggirabile dei 75), il Papa gesuita accoglierà le numerose e maggioritarie richieste che da anni erano giunte a Benedetto XVI e che quest’ultimo aveva sempre respinto. Perfino un uomo fidatissimo di Ratzinger, il cardinale arcivescovo di Colonia, Joachim Meisner, qualche mese fa ha dichiarato di aver suggerito al teologo bavarese di rimuovere Bertone. Ma Benedetto XVI respinse con forza tale invito.

L’ipotesi Bertello per il dopo-Bertone
Il suo successore, invece, è pronto ad attuare l’avvicendamento: al posto dell’ex arcivescovo di Genova, dovrebbe essere nominato l’attuale Governatore della Città del Vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello. Nunzio con grande esperienza internazionale (Messico, Ruanda, Italia, tra le altre sedi da lui guidate), è uno dei più stretti collaboratori di Bergoglio. Si dice che con Francesco si consulti pressoché quotidianamente, e spesso lo si vede concelebrare con lui la messa mattutina a Santa Marta. Se Bertello è in pole (avrebbe anche il vantaggio di poter contare su una fitta rete di conoscenze e di relazioni intessute negli anni in cui era diplomatico all’estero), non vengono escluse anche le soluzioni che vedono accreditati i nunzi Pietro Parolin e Luigi Ventura.

Il cardinale Piacenza trasferito a Bologna?
Ma Francesco non si limiterà a toccare la segreteria di stato. Prima della grande riforma della Curia (che si concretizzerà solo in seguito all’elaborazione di un progetto da parte del gruppo degli otto cardinali consiglieri incaricati di studiare l’aggiornamento della costituzione apostolica Pastor Bonus, Bergoglio effettuerà qualche trasferimento di peso. In gergo, si tratta dei promoveatur ut amoveatur, promozione per rimuovere, ma nessuno a oggi sa dire se gli spostamenti di Francesco comporteranno anche una promozione oltre all’allontanamento da Roma. Gian Guido Vecchi, sul Corriere della Sera di ieri, scriveva che una dei primi a saltare potrebbe essere l’attuale prefetto della Congregazione per il Clero, il cardinale genovese Mauro Piacenza. Per lui sarebbe già pronta la nuova destinazione: la guida dell’Arcidiocesi di Bologna al posto del cardinale Carlo Caffarra, 75 anni compiuti lo scorso 1° giugno.

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