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Matteo Renzi, odi et amo con i capicorrente del Pd

Vi era mancato Matteo Renzi? Nei giorni scorsi, il sindaco di Firenze aveva scelto il low profile e detto a tutti che voleva parlare solo della sua Firenze. Fino a oggi. Quando, dopo lunga assenza (l’ultima e-news era datata 15 aprile), torna con le sue note politiche e parla sì della città che amministra anche se “i giornali parlano purtroppo solo delle vicende nazionali”. Ma a queste vicende nazionali dedica un capitoletto destinato a far rumore.

Il sindaco infatti accusa con durezza i “capicorrente romani”: “In privato tutti mi dicono: Matteo, stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Stai buono, che poi tocca a te. Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange. Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione. E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione”.

“Matteo” vuole dare di sé l’immagine più lontana possibile dai giochi di potere che animano in questa complicata fase congressuale Largo del Nazareno. Ma il punto è che in molti di questi giochi, la pedina principale è lui. Lo scontro nel partito è ormai sempre di più tra renziani e non. Con il primo schieramento che cresce senza sosta e vede al suo interno anche alcuni capicorrente stessi che Renzi accusa, si pensi agli endorsement di Walter Veltroni, Dario Franceschini, Massimo D’Alema (che però oggi è tornato ad attaccarlo).

Renzi conclude la sua nota con un appello a effetto rivolto ai dirigenti del Pd: “Non preoccupatevi delle mie mosse, datevi voi una mossa”. Ma la mossa di Renzi quale sarà? Sono in molti ad attendere questa risposta.

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