La richiesta d’asilo presentata all’Italia dall’ex analista della Nsa americano, Edward Snowden, non è “accoglibile” né sul piano “giuridico”, né “politico”: lo ha ribadito il ministro degli Esteri Emma Bonino, davanti alle Commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato, sottolineando che la domanda non è stata fatta alla frontiera o su territorio nazionale e pertanto “non sussistono condizioni giuridiche per tale richiesta”; allo stesso tempo la richiesta non è “accoglibile” sul piano politico, dato che sono tuttora in corso consultazioni a Bruxelles con gli altri paesi dell’Ue per coordinare la gestione del caso.
L’ANTICIPAZIONE DI STUCCHI
Il ministro degli Esteri rafforza l’opinione già espressa dal presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, che – dopo l’audizione del direttore generale del Dis, l’ambasciatore Giampiero Massolo – aveva manifestato la sua perplessità su un possibile accoglimento in Italia della domanda d’asilo formulata da Snowden.
IL SILENZIO DEGLI USA
Emma Bonino ha sottolineato come “le spiegazioni richieste da alcuni dei paesi europei che sarebbero stati oggetto di attività di spionaggio da parte degli Stati Uniti non sono ancora state fornite da Washington”. La titolare della Farnesina, ancora ieri, ha parlato della questione con l’ambasciatore americano in Italia, David Thorne.
LE RICHIESTE ITALIANE
Il titolare della Farnesina ha ribadito che l’Italia ha fatto presente al diplomatico di stanza nel nostro Paese “la necessità e determinazione ad avere al più presto tutti gli elementi e le chiarificazioni” sulla presunta attività di spionaggio. “Quelle promesse dagli Stati Uniti, che io sappia, non sono ancora arrivate in nessuna delle capitali europee”, ha spiegato Emma Bonino.
UNA SITUAZIONE DELICATA
La situazione che si è venuta a creare tra Stati Uniti ed Europa con le rivelazioni dell’ex analista della Nsa Edward Snowden è “delicata” e “da chiarire”, ma l’Italia ha “fiducia” nelle parole del presidente Barack Obama e nelle risposte esaustive promesse dalle autorità americane, ha concluso il ministro degli Esteri, ribadendo l’importanza di conservare il rapporto di fiducia con Washington.
