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Datagate, perché Obama spia anche il Brasile

Anche il Brasile è finito nel mirino dello spionaggio americano. Il quotidiano brasiliano O Globo ha pubblicato un articolo scritto insieme al giornalista britannico Glenn Greenwald, autore dello scoop di Edward Snowden, nel quale svela come sarebbero state intercettate chiamate, email e dati di istituzioni e cittadini brasiliani. L’obiettivo? Entrare nei sistemi di sicurezza di Paesi più protetti come la Cina e l’Iran attraverso i sistemi telematici del Brasile.

“Il numero di persone e imprese spiate in Brasile è incerto, ma ci sono evidenze che il volume di dati intercettati è costante e su grande scala”, sostiene il quotidiano. O Globo ha spiegato che la Nsa ha accordi strategici con più di 80 aziende multinazionali nel settore della telecomunicazione, infrastrutture di reti e server per sostenere le missioni. Oltre agli uffici di Google, Facebook e Skype in Brasile, anch’essi spiati.

Il programma Fairview

Questa strategia ha funzionato fino al 2002, un periodo di proficua raccolta di dati da parte degli Stati Uniti grazie ai satelliti utilizzati dalla Nsa e la Cia.

Ma per essere sicuri delle intercettazioni e non dipendere dalle alleanze con le imprese, la Nsa ha ideato un altro programma: Fairview. Il sistema è stato creato con il contributo di una compagnia telefonica americana e permette raccogliere dati da tutte le reti del mondo.

L’Agenzia nazionale di telecomunicazioni brasiliana (Anatel) ha annunciato che aprirà un’inchiesta con la Polizia federale per verificare se alcune compagnie telefoniche del Brasile abbiano partecipato a questa intercettazione illegale di dati.

La reazione di Dilma

“Il presidente Dilma Rousseff ha ricevuto con preoccupazione la notizia. Il ministro degli Affari esteri, Antonio Patriota, secondo il suo portavoce, ha chiesto attraverso l’ambasciatore a Washington e il rappresentante americano a Brasilia che il governo di Obama chiarisca l’episodio delle intercettazioni”.

Il ministro della Difesa brasiliano, Celso Amorim, ha detto la settimana scorsa in un’intervista al quotidiano Folha de São Paulo che è stato spiato sia quando viveva negli Stati Uniti che quando era ambasciatore delle Nazioni Unite e si occupava di tre missioni in Iraq. “Il mio telefono ha cominciato a fare un rumore strano ed è finito quando ho terminato le missioni”, ha detto.

Il governo brasiliano vuole promuovere un’iniziativa nelle Nazioni Unite con “l’obiettivo di proibire gli abusi e impedire l’invasione della privacy”. Per questo è necessaria una normativa chiara per limitare l’attività dello Stato nel settore delle telecomunicazioni.

Il Brasile è uno dei 21 paesi ai quali Snowden ha chiesto asilo. Per adesso però il governo non ha risposto alla richiesta che, secondo O Globo, è la conferma dei sospetti sullo spionaggio con gli Stati Uniti.

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