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Armani, Versace, Cavalli. Sarà sempre di moda lo shopping delle aziende italiane

Proprio negli ultimi giorni, il dossier dell’acquisizione di famosi marchi del made in Italy da parte di operatori esteri, francesi in particolare, sembra avere subito una brusca accelerazione. Basti pensare al gruppo Lvmh che, nel giro di un paio di settimane, si è aggiudicato prima la pasticceria milanese Cova, soffiandola a Prada, e poi, soprattutto, la quota di maggioranza dell’80% di Loro Piana, mettendo sul piatto la bellezza di 2 miliardi di euro. L’ultima preda in ordine di tempo è stata la Pernigotti, storico marchio dolciario, ceduta dalla Fratelli Averna al gruppo turco della famiglia Toksoz.

Le ragioni dell’invasione e il nodo del passaggio generazionale

Un’accelerazione del dossier, che riguarda innanzi tutto i marchi della moda e dell’alimentare, che ha già fatto scattare il consueto allarme sulla difesa dell’italianità, più tutta una serie di domande. A cominciare dall’interrogativo sulle motivazioni di questa “invasione di massa”. Secondo alcuni esperti, il problema di molte realtà italiane è che le aziende nostrane non sono riuscite a crescere abbastanza, per ragioni sia di restrizioni dal canale del credito (le banche, specie negli ultimi due anni, hanno chiuso i rubinetti) sia di mancanza di una rete distributiva adeguata. Una carenza, quest’ultima, che non ha certo riguardato i grandi gruppi francesi, che perciò non se lo sono fatti dire due volte: negli ultimi anno hanno comprato tutta una serie di gruppi e marchi italiani (Parmalat e Bulgari tra i più significativi) lanciando offerte pubbliche di acquisto e mettendo sul piatto miliardi di euro. Non solo: in molti casi l’arrivo dello straniero è servito a gestire il nodo del passaggio generazionale, che è uno dei problemi chiave con cui le aziende italiane, dietro alle quali spesso si celano grandi famiglie, tendono a misurarsi.

Le prossime prede della moda

Un’altra delle domande imperanti, di questi tempi, è: quali potrebbero essere le prossime prede? Da tempo, nonostante le smentite dell’omonimo stilista suo fondatore, i riflettori sono puntati su Giorgio Armani. Un dossier che comunque, considerati i settantotto anni del fondatore e un possibile tema di passaggio generazionale all’orizzonte, potrebbe presto diventare di attualità. C’è chi dice che le francesi Lvmh e Kering-Ppr sarebbero pronte a fare carte false (naturalmente in senso figurato) per mettere le mani sulla maison italiana di moda più famosa al mondo, ma qualche osservatore indica anche un altro operatore transalpino tra i potenziali interessati, la L’Oréal. Un altro grande marchio del fashion made in Italy, Versace, sarebbe invece ormai da tempo alla ricerca di un socio, ma l’omonima famiglia azionista non pare intenzionata a cedere il controllo. Quanto al gruppo di moda Cavalli, da tempo circolano indiscrezioni su una possibile vendita, ma sembra che il fondatore Roberto chieda un prezzo troppo elevato.

Per Equita Sim nel mirino c’è anche la Tod’s di della Valle

Secondo gli analisti di Equita Sim, “i candidati principali per ulteriori acquisizioni, in particolare da parte di Lvmh” potrebbero essere la Salvatore Ferragamo e, in seconda battuta, la Tod’s di Diego Della Valle. Per gli esperti della Sim milanese dietro alla prima ipotesi potrebbe nascondersi il nodo della gestione del passaggio generazionale, mentre per quel che riguarda il gruppo marchigiano delle calzature sono già numerosi i legami con la Louis Vuitton. Basti pensare che il patron del gruppo transalpino ha in portafoglio una partecipazione del 3,46% di Tod’s e che lo stesso Della Valle siede nel cda di Lvmh, cosa che del resto fa anche Francesco Trapani, l’ex ad di Bulgari, maison romana dei gioielli rilevata proprio da Arnault. Nei giorni scorsi, poi, qualcuno aveva puntato il dito anche verso il gruppo Brunello Cucinelli, ma alcuni osservatori fanno notare che in Borsa le azioni viaggiano su multipli troppo elevati, che tendono a renderne improbabile un’acquisizione.

Exane vede Lvmh tra i campioni del settore nel lungo termine

Nell’ultimo report sul lusso e la moda in generale firmato dagli analisti di Exane Bnp Paribas, i campioni del settore (in gergo finanziario “top pick”) vengono individuati in Swatch e Richemont, seguiti da Lvmh. A detta degli analisti di Exane, per individuare i gruppi con maggiori chance di resistere alle turbolenze in un’ottica di lungo termine bisogna considerare tutta una serie di fattori, tra cui la capacità di essere leader in diverse categoria, così da contenere il più possibile le fluttuazioni del risultato operativo (ebit). Secondo gli analisti è, inoltre, importante anche avere liquidità in cassa e mantenere una certa “disciplina” dal punto di vista della gestione del gruppo, in modo da salvaguardare il valore per gli azionisti.

Twitter: @scarlots

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