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Del Turco come Tortora? No! Enzo morì di “malagiustizia”. Ottaviano stangato per tangentone!

Come è stata eccessiva l’esultanza di alcuni politici e mass media per l’assoluzione non piena, a Palermo, degli alti ufficiali dei CC, Mori e Obinnu, così vanno banditi  l’esaltazione e gli attacchi ai giudici del tribunale di Pescara, che hanno inflitto una pesante condanna all’ex governatore, Pd, dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, per la “Sanitopoli” in quella regione.
Le sentenze si rispettano e si criticano, se non si condividono. E, qualora non definitive, come quella del primo processo all’ex segretario del PSI, si ricorre in Appello e in Cassazione.

A questo punto, gli innocentisti pro-Del Turco, come Giulianone Ferrara e Pigi Battista, dovrebbero ammettere, pur liberi di criticare il verdetto di Pescara, che le toghe, le quali decisero l’arresto dell’ex sindacalista, avevano gli elementi per aprire l’inchiesta sulle presunte mazzettone, che sarebbero state versate a don Ottaviano.
E, forse, qualcuno ha esagerato, anche se non lo ammetterà, a fare di Del Turco  il nuovo Enzo Tortora, “vittima di un’infame congiura politica-mediatica-giudiziaria”. Enzo fu accusato, ingiustamente, di contatti con la camorra e alcuni magistrati presero per oro colato le dichiarazioni di menzogneri “pentiti”. E il popolare presentatore morì di “malagiustizia”.

E se, invece, sotto quel cesto di mele, inviate dall’imprenditore, e prenditore, Angelini  al villone dell’allora Governatore dell’Abruzzo, ci fosse stato, realmente, un consistente gruzzolone?

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