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Forza Italia bis, il Centro non seguirà più Berlusconi

Ad un convegno organizzato nella giornata di ieri da Daniela Santanché e Giancarlo Galan, Silvio Berlusconi ha confermato che a Settembre ritorna Forza Italia.

È il richiamo della foresta per liberisti radicali, socialisti d’antan e vecchi dirigenti Publitalia; quel nucleo che, come ha ben descritto l’amico Ezio Cartotto nel suo pamphlet “ Operazione Botticelli” , fu alla base della discesa in campo del Cavaliere.

Stavolta, però, non siamo più nella situazione del 1994, con un PPI allo sbando dopo l’infelice esperienza del mattarellum e, soprattutto, oggi siamo convinti che la spinta propulsiva di Berlusconi nel raccordare le forze moderate del Paese si sia inevitabilmente esaurita.

E stavolta, in più, l’area dei democratici cristiani che, per convinzione, per opportunismo o, semplicemente, per assenza di alternative credibili, decise di partecipare al “folle volo” del ventennio berlusconiano, non è più disponibile.

Siamo, infatti, convinti che il tempo delle promesse e degli annunci miracolosi sia finito, così come sia giunta al punto morto inferiore la parabola politica del Cavaliere.

Da tempo ragioniamo sulla difficile situazione interna italiana e internazionale, caratterizzate dal predominio di un turbocapitalismo finanziario che mette in crisi, con la sovranità degli Stati, le stesse regole basilari della democrazia.

Da tempo pensiamo che i problemi immensi collegati alle trasformazioni tecnologiche e alle mutate condizioni di scambio tra i diversi Paesi a livello planetario nell’età della globalizzazione, possano e debbano essere affrontati sulla base di politiche ispirate ai principi del solidarismo cristiano sociale, così come declinate dalle ultime encicliche pontificie : “Centesimus Annus “di Papa Giovanni Paolo II e “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI.

Ecco perché, in una fase di grave crisi politico istituzionale dell’Europa, resa ancor più problematica dalle chiusure opportunistiche della Germania merkeliana, siamo impegnati a sostenere lo sforzo meritorio che, anche grazie a Berlusconi, sta tentando, seppur faticosamente, di realizzare il governo a guida Letta-Alfano.

Nel contempo, siamo convinti che nel deserto della politica emerso dopo il ventennio del bipartitismo muscolare (1994-2013) e gli inevitabili sconvolgimenti politici espressi, da un lato, dal voto di protesta e dall’astensionismo costante e progressivo degli elettori, e, dall’altro, dalle implosioni interne ai diversi partiti, oramai ectoplasmi residuali di inesistenti culture, sia giunto il tempo di riproporre su basi rinnovate l’azione politica di laici e cattolici ispirati dalla migliore tradizione democratico cristiana.

La tradizione che con De Gasperi, Fanfani, La Pira, Dossetti e Moro, seppe assicurare all’Italia con Enrico Mattei, Ezio Vanoni e Pasquale Saraceno, la posizione invidiabile raggiunta nel consesso europeo e mondiale. Una posizione oggi in netto declino.

Certo nessuna nostalgia o velleitaria volontà di primazia, ma forte determinazione a costruire un partito nuovo, a base largamente popolare, partecipato e vissuto con le regole proprie della democrazia, capace di concorrere alla costruzione della sezione italiana del Partito Popolare Europeo, con quanti, cattolici e laici intendono condividere con noi i principi ispiratori dei padri DC fondatori dell’Europa.

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