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Cina e Giappone, il dialogo non sconfigge la diffidenza

Sale la tensione tra Cina e Giappone nell’ambito della diatriba sulla sovranità sulle isole contese Senkaku (conosciute in Cina come isole Diaoyutai) nel Mare Cinese Orientale.
Proprio in queste ore il vice ministro degli Esteri nipponico, Saiki Akitaka, è stato nella Repubblica popolare per uno scambio di vedute con il suo omologo cinese Liu Zhenmin e un breve incontro con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.

I DETTAGLI DELLA VISITA
La visita di Saiki, secondo il tabloid Global Times, solitamente su posizioni forti in materia di politica estera, non mostra un reale cambiamento nella linea di Tokyo. La tensione attorno alle isole contese con il Giappone si era intensificata la scorsa settimana dopo che per la prima volta quattro imbarcazioni della Guardia Costiera cinese erano entrate nelle acque territoriali delle isole contese per alcune ore. Fino a quel momento le incursioni cinesi erano limitate alle motovedette della sorveglianza marittima. A poche ore di distanza, un aereo militare cinese aveva poi solcato per due volte il cielo tra Okinawa e l’isola di Miyako, provocando la reazione dell’aeronautica giapponese che aveva alzato in volo i suoi caccia. Infine, venerdì scorso, il ministero della Difesa giapponese aveva proposto di aumentare la capacità di deterrenza delle proprie forze armate attraverso la possibilità di rispondere agli attacchi con i missili balistici e attaccando le basi nemiche, anche se mai in funzione preventiva.

Le isole contese tra Cina e Giappone

IL GIALLO DEI NEGOZIATI
Intanto, attorno alla contesa delle isole, è scoppiato un vero e proprio giallo. Isao Iijima, un consigliere del primo ministro giapponese, Shinzo Abe, era stato a Pechino dal 13 al 16 luglio per discutere della questione. I funzionari del governo cinese hanno però negato che il consigliere di Abe abbia incontrato importanti figure politiche di Pechino. Nel tardo pomeriggio di ieri la smentita è arrivata dal portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei.
A quanto ne so, non ci sono state attività ufficiali in Cina, né funzionari del governo cinese hanno preso contatti” con Iijima, ha detto Hong Lei.
Pechino ha escluso la possibilità di incontri imminenti con Tokyo per discutere della questione delle isole.
Venerdì scorso, il primo ministro di Tokyo, Shinzo Abe, aveva chiesto a Pechino colloqui “senza pre-concetti” per risolvere la disputa sulle isole contese, che da settembre scorso a oggi ha visto salire la tensione in più momenti tra i due Paesi. Isao Iijima aveva dichiarato domenica scorsa che un summit tra il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro giapponese Shinzo Abe si sarebbe tenuto “in un futuro non lontano“.

LA DIFFIDENZA DI PECHINO
Ma da parte cinese sembra esserci un muro, con Pechino che per ora, all’apparenza, sbatte la porta in faccia a Tokyo. “Quello che Iijima ha detto ai giornalisti domenica scorsa non è vero ed è frutto di invenzione, fondata sulle necessità delle politica interna giapponese“, afferma un funzionario del governo cinese citato dal China Daily.
Però, come dimostra l’incontro di oggi, i rapporti diplomatici tra Cina e Giappone continuano Al termine dei colloqui, il ministero degli Esteri cinese in un comunicato ha dichiarato la propria volontà di continuare i colloqui con il Giappone “attraverso vari canali e a diversi livelli“. L’opinione dei media ufficiali cinesi rimane però improntata alla diffidenza nei confronti delle mosse giapponesi. Il Giappone, scrive oggi il China Daily, deve “dimostrare sincerità” se vuole migliorare i rapporti con la Cina.

Mar della Cina: Pechino rassicura e minaccia i vicini (fonte video: Euronews)

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