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Il processo Berlusconi visto da Napolitano

Il redde rationem di Silvio Berlusconi è arrivato. Ma non coinciderà con quello del governo Letta. Parola del capo dello Stato Giorgio Napolitano che guarda con serenità al verdetto finale sul processo Mediaset della Cassazione, oggi in udienza.

Il presidente della Repubblica ha tenuto a sottolineare nella cerimonia del Ventaglio con i giornalisti pochi giorni fa alla Camera che il destino giudiziario del leader del Pdl non riguarda la vita dell’esecutivo che ha fatto nascere tre mesi fa. Napolitano ha voluto pronunciare direttamente il nome del Cavaliere: “Si sgombri il terreno da sovrapposizioni improprie, come quelle tra vicende giudiziarie dell’onorevole Berlusconi e prospettive di vita dell’eventuale governo”.

Il capo dello Stato ha poi difeso l’operato della magistratura dagli attacchi del Pdl: “Dovrebbe riconoscersi che è interesse comune affidarsi con rispetto, senza pressioni né in un senso né nell’altro, alle decisioni della Corte di cassazione, e fidarsi correttamente, chi ha da difendersi all’esercizio dei diritti e delle ragioni della difesa”.

In caso di condanna per Silvio Berlusconi, nessuna apertura da parte del Quirinale neanche per una “soluzione politica” per uscire dall’impasse, come prospettato giorni fa dal quotidiano Libero. Una nota non ufficiale del Colle aveva bollato come “un segno di analfabetismo e sguaiatezza istituzionale” le speculazioni su una eventuale grazia a Berlusconi.

Una linea diametralmente opposta rispetto a quella della parte più oltranzista del Pdl, che nonostante il low profile imposto dai vertici del partito, minaccia di far saltare il tavolo del governo Letta. La dimostrazione di quanto l’aria sia tesa, nonostante gli appelli al low profile, si è avuta ieri con l’accesa polemica che le parole del presidente della Camera Laura Boldrini ha aizzato. “Singoli casi giudiziari non devono interferire nella vita e nelle attività delle istituzioni. Ritengo quindi che qualunque sia la decisione della Cassazione essa non debba avere ripercussioni nella vita parlamentare”, ha detto Boldrini.

La risposta dei cosiddetti falchi del centrodestra, per dirla con Daniela Santanchè, non ha tardato ad arrivare: “Altro che singoli casi giudiziari. Qui si tratta di 10 milioni di italiani che in caso di condanna di Berlusconi rischiano di non avere più rappresentanza politica. Alla presidente della camera Boldrini, ricordiamo che Parlamento e istituzioni rappresentano quella democrazia che con ogni probabilità sarà mutilata. Proprio per il ruolo che riveste, lei dovrebbe essere preoccupata quanto noi”.

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