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Wikileaks, Assange difende Manning

“Le presunte rivelazioni di Bradley Manning hanno reso evidenti crimini di guerra, rivoluzioni scatenate e presunte riforme democratiche indotte. Questo ragazzo è la quintessenza dell’informazione”.E’ il commento a caldo del fondatore del sito web Wikileaks, Julian Assange alla condanna pronunciata dal Tribunale militare di Fort Meade, in Maryland per Bradley Manning, il soldato americano accusato di essere la talpa dello scandalo Wikileaks.Manning, 25 anni, ha evitato per un soffio la pena più dura, l’ergastolo per Alto tradimento perché i giudici hanno ritenuto che le sue rivelazioni non hanno “aiutato direttamente il nemico”. Il giovane però, per aver passato ad Assange informazioni segrete sulle missioni militari americane in Iraq e Afghanistan, tra cui migliaia di cablogrammi della diplomazia statunitense, è stato riconosciuto colpevole di altri reati e rischia comunque una condanna complessiva a 154 anni di carcere.”Questa è la prima volta in cui negli Stati Uniti un informatore viene condannato per spionaggio – ha continuato Assange – si tratta di un pericoloso precedente e un esempio di estremismo di sicurezza nazionale”.Come per Assange, anche per molti difensori della libertà di parola, Manning, rinchiuso dal maggio 2010 in carceri militari, è semplicemente un eroe. Voleva solo aiutare il suo Paese e i documenti che ha diffuso hanno rivelato aspetti della guerra al terrorismo costati forti critiche al governo americano. Nel materiale reso noto c’era anche il video “Collateral Murder”, che prova l’uccisione di 12 civili, tra cui due giornalisti dell’agenzia Reuters, da parte di militari americani in Iraq.(Immagini Afp)

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