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La Cassa di Bassanini è una manna per Letta e Saccomanni

Il piano Cassa Depositi e Prestiti del presidente Franco Bassanini e dell’ad Giovanni Gorno Tempini è ambizioso. I numeri? Per il triennio 2013-15 sono previste nuove risorse fino 95 miliardi di euro, il 6% del Pil, di cui un massimo di 80 miliardi a favore di enti pubblici e territorio, infrastrutture e imprese.

E’ quanto prevede il piano industriale di Cassa Depositi e Prestiti, le cui linee guida sono state approvate dal cda dell’Istituto che punta così a sostenere la crescita e lo sviluppo del Paese.

Le risorse già attivate nel 2013

Nel corso del primo semestre 2013, Cdp ha mobilitato e gestito risorse per circa 9 miliardi di euro, più che raddoppiate rispetto al 2012 (+124%). Nel periodo 2011-2013 Cdp avrà già mobilitato risorse per 57 miliardi di euro. A supporto degli investimenti pubblici produttivi, nel triennio verranno immessi nell’economia fino a 23 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi in capitale di rischio. Oltre a proseguire nel finanziamento diretto degli investimenti degli Enti pubblici, il gruppo proporrà soluzioni di valorizzazione delle partecipazioni degli enti, attraverso il Fondo Strategico Italiano guidato dall’ad Maurizio Tamagnini, e di valorizzazione del patrimonio immobiliare.

Particolare attenzione sarà dedicata alla realizzazione di ulteriori investimenti nel social housing. Infine, verrà potenziato il ruolo di Sace Fct a supporto dei programmi di pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione.

I risultati della semestrale

Semestrale positiva quindi nonostante la crisi. L’utile netto è salito a 1,731 miliardi di euro, con una crescita del 19% rispetto al risultato registrato nello stesso periodo del 2012, mentre il margine d’interesse è risultato pari a 1,512 miliardi, in flessione di oltre il 30% rispetto al medesimo periodo nel 2012.

Le infrastrutture

Fino a 9 miliardi di euro di risorse, di cui circa 0,5 miliardi capitale di rischio, saranno destinate alla progettazione, avvio e finanziamento di opere infrastrutturali. Per la promozione delle piccole infrastrutture, in prevalenza greenfield (su aree di nuova costruzione), è allo studio la creazione di un fondo ad hoc. Come azionista di riferimento delle principali reti energetiche del Paese (Snam e Terna, oltre al gasdotto Tag) Cdp intende promuovere la realizzazione dei programmi di potenziamento delle infrastrutture di rete, la parità di accesso degli operatori del settore e l’implementazione della Strategia Energetica Nazionale.

La scissione di Fintecna

Il Cda di Cdp ha inoltre approvato la proposta di scissione parziale di Fintecna, mediante assegnazione di parte del patrimonio in favore di Cdp. In particolare, si tratta delle partecipazioni in società immobiliari (Fintecna Immobiliare Srl e Quadrante Spa) e di altri attivi immobiliari direttamente posseduti da Fintecna.

Le imprese

Fno a 48 miliardi di euro, di cui circa 3,5 miliardi in capitale di rischio, saranno dedicati al supporto della crescita e dell’internazionalizzazione delle imprese e alla valorizzazione di asset strategici per il Paese.

I settori rilevanti dell’economia nazionale

Il Piano prevede entro il 2015 l’utilizzo completo delle risorse ancora disponibili nel Fondo Strategico Italiano (3 miliardi di euro), per il quale è stata avviata un’attività di fund raising finalizzata all’ingresso di nuovi investitori istituzionali. Il rafforzamento del ruolo di facilitatore degli investimenti esteri in Italia del Gruppo Cdp verrà attuato attraverso la joint venture di Fsi con il fondo sovrano Qatar per il Made in Italy, la collaborazione con Bei (Banca europea degli investimenti) e l’apertura del capitale della holding delle reti strategiche con mantenimento della quota di controllo.

Il Mezzogiorno

Il ruolo del Gruppo Cdp a supporto dell’economia del Paese riguarderà anche la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno, a favore del quale nello scorso triennio sono state mobilitate e gestite dal Gruppo risorse per circa 20 miliardi di euro. Nell’arco del Piano sono previsti interventi specifici per il consolidamento delle public utilities partecipate da enti locali, il potenziamento degli investimenti in social housing, anche promuovendo l’utilizzo fondi strutturali Ue, il finanziamento diretto di infrastrutture portuali, viarie, ferroviarie e turistiche.

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