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Berlusconi ricatta Napolitano sulla grazia

Si è concluso il vertice dei gruppi parlamentari del Pdl alla presenza di Silvio Berlusconi. Deputati e senatori si sono stretti attorno alla figura del loro leader condannato e prossimo alla decadenza da parlamentare nonché (entro ottobre) affidato ai servizi sociali o agli arresti domiciliari.

La riunione non è stata serena. Tutt’altro. Eletti in Parlamento e ministri, Alfano in primis, hanno rassegnato le loro dimissioni nelle mani del loro “presidente”, il Cav.

Questo è il proiettile con cui è stata armata la pistola di Berlusconi. Un’arma impropria rivolta minacciosamente verso il Colle.

Il Pdl chiede infatti la grazia per il suo leader. La può concedere Giorgio Napolitano e la destra lo reclama a gran voce, ufficialmente. Cosa farà il presidente della Repubblica anche se si può solo immaginare il suo imbarazzo, se non disappunto.

La mossa di Berlusconi, alimentata dai falchi (Santanchè e Verdini), appare davvero disperata. Napolitano non potrà farsi tirare la giacchetta dai berluscones e lui, il Cav, nel far saltare il governo e destabilizzare la politica italiana farà un danno soprattutto a se stesso e al suo partito passando per egoista che trascina il Paese nel caos per salvarsi giudiziariamente.

Insomma il ricatto al Colle è un’arma puntata anzitutto sullo stesso Berlusconi. Una prova di forte debolezza.

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