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Monti, i “fighetti” di Scelta Civica e i cattolici

La comica drammatizzazione dell’ultima riunione notturna di Scelta Civica della scorsa settimana merita qualche breve notazione, forse superflua, ma utile. Il fastidio mostrato da Monti e dai suoi nei confronti di quei parlamentari che si sono “permessi” di partecipare ad una riunione dell’UDC è diventato un casus belli, che tiene ancora in sospeso la decisione del bocconiano se continuare con Scelta Civica o ritirarsi. La vicenda la dice lunga sulla politica improvvisata, di capi improvvisati di partiti politici improvvisati: politica senza cultura, senza programmi e senza visione. Tant’è, purtroppo in questi venti anni si è dovuto assistere a tante sceneggiate, una in più o una in meno non cambia la sostanza delle cose. E’ utile però ricordare che le liste di Monti mai avrebbero raggiunto la soglia minima per essere ammesse in Parlamento, se non ci fosse stato il determinante apporto dell’elettorato cattolico, della Comunità di Sant’Egidio, delle Acli, dell’Udc, di una parte di CL. La scelta dell’Udc, molto discutibile, di varare con i montiani liste comuni al Senato, e di partito per la Camera dei Deputati ha prodotto un danno rilevante, enorme per lo Scudocrociato, perché gli elettori, facendo ragionamenti molto semplici hanno pensato: l’Udc sta con la lista Monti e allora si vota Monti ovunque, senza differenziare Senato e Camera. E Casini ci ha rimesso, pagando un prezzo che manco immaginava. Qualcuno glielo aveva pure suggerito, prima della composizione delle liste, di evitare suicidi perché c’era il pericolo che l’Udc diventasse una benemerita associazione di donatori di sangue. Niente da fare. Comunque è andata così, pazienza. E’ pertanto ingeneroso e volgare l’atteggiamento di qualche “fighetto”, prossimo ad un ennesimo giro di valzer ,in perenne pellegrinaggio tra partiti, associazioni, fondazioni, che senza voti vorrebbe ridurre al silenzio o epurare esponenti delle organizzazioni che si sono fatte carico del maggior peso elettorale alle ultime politiche. Casini, Dellai, Oliviero, Riccardi meritano rispetto e alta considerazione, non solo per la capacità che hanno dimostrato di mobilitare l’elettorato in campagna elettorale, ma per ciò che esprimono a livello culturale, etico, politico e popolare. E allora, prima di parlare di tradimenti o di lesa maestà, ci si renda conto che i cattolici e gli iscritti all’Udc hanno ingoiato amari bocconi, per allearsi con affiliati all’intollerante laicismo, con chi era antitetico sul piano culturale e delle scelte etiche. E se è stato possibile lo si deve unicamente al supremo interesse per l’Italia. Monti, che dovrebbe ringraziare Casini per la generosità dimostrata, giocando sul filo dell’ ambiguità, in campagna elettorale ha sempre detto e non  detto sulla sua propensione a favore di formazioni politiche di centro, compreso il PPE, anzi, spesso ha fatto intendere di essere addirittura “progressista” o più vicino a Grillo, che ai partiti che gli hanno consentito di essere in vita, procurando sbandamenti pericolosi tra l’elettorato di centro e più moderato, con conseguente perdita di consensi. Vale sempre la vecchia massima: meglio i prossimi che i lontani. E allora, nel deserto politico attuale di idee, di valori, i cattolici che hanno a disposizione un patrimonio di storia secolare da mettere in campo si attivino e si diano una mossa sul piano concreto, per organizzarsi in partito al fine di risollevare le sorti di questo disgraziato Paese fatto precipitare in uno spaventoso declino da chi  voleva “cambiarlo”. Campa cavallo……Abbiamo visto!

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