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Droni sottomarini? La Nato ci prova con il progetto Morph

Testata con successo dal Cmre (Centre for Maritime Research and Experimentation), insieme ad altri otto istituti di ricerca, una flotta di veicoli autonomi sottomarini in grado di cooperare tra loro. Nell’ambito del progetto della Commissione Europea denominato Morph (Marine robotic system of self-organising, logically linked physical nodes), il Centro Nato di La Spezia ha sviluppato software che permettono ai droni di navigare in formazione senza bisogno di alcuna connessione fisica.

“Dal 22 al 27 luglio – spiega una nota del Cmre – il Centro Nato per la Ricerca e la sperimentazione Marittima ha partecipato ai test 2013 del progetto della Commissione Europea denominato Morph, che mira allo sviluppo di una nuova tecnologia di coordinamento e navigazione in formazione tra veicoli robotizzati, basata sull’ecolocalizzazione. L’esercitazione si è svolta in Francia, al largo di Tolone, all’interno del Centro europeo di tecnologie sottomarine che fa parte dell’Istituto di ricerche francese Ifremer”. “Fondamentali per il successo della dimostrazione – prosegue la nota – i software sviluppati dagli scienziati del Cmre sono in grado di combinare dati e assicurare il controllo dell’estensione delle comunicazioni all’interno di reti acustiche sottomarine”.

Il funzionamento di questa tecnologia, testata a Tolone, è reso possibile dalla naturale propensione alla trasmissione di dati da parte del canale acustico e la conseguente possibilità di seguire con precisione il passaggio di informazioni tra i modem acustici sottomarini. Si riesce così a fare lavorare insieme robot, capaci di navigare in formazione e condividere dati senza bisogno di alcuna connessione fisica, dando vita a una rete wireless sottomarina. Il risultato è uno stormo ben organizzato di droni subacquei e di superficie che possono cooperare per portare a termine una missione, pur diversi tra loro e pur essendo immersi in un contesto di per se’ ostile come quello acquatico.

Gli algoritmi sviluppati dagli altri istituti di ricerca coinvolti nel progetto lavorano proprio a partire dal contributo del Cmre, che consiste in un sistema funzionante per l’interscambio dei dati e la stima dinamica della posizione dei veicoli. Basandosi su questo, il Consorzio di Morph, in totale formato da 32 scienziati provenienti da cinque Paesi in rappresentanza di nove istituti di ricerca (Cmre incluso), è riuscito a testare con successo nel luglio scorso la possibilità di far muovere in formazione (a diamante) fino a quattro veicoli autonomi (due sottomarini e due di superficie).

L’innovazione portata da Morph è feconda di applicazioni concrete nelle contromisure mine e nella protezione portuale, ambientale e industriale (per esempio di impianti off-shore o gasdotti sottomarini), grazie alla capacita’ di mappare con grande accuratezza l’ambiente sottomarino anche in contesti difficili, in presenza di fondali accidentati o strutture tridimensionali.

Lanciato nel febbraio 2012, il progetto è di durata quadriennale ed e’ stato finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo programma quadro, con un budget totale di 8,5 milioni di euro.

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