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Libia, il governo prova a contrastare l’emergenza sicurezza e gli Usa…

In un clima crescente di instabilità il Premier libico Ali Zeidan ha creato un gabinetto ministeriale d’emergenza per far fronte al deterioramento delle condizioni di sicurezza. La decisione è stata annunciata formalmente dopo una serie di consultazioni ieri col Presidente del Congresso Generale Nazionale Nuri Abu Sahmain.

Il Gabinetto di crisi, composto dai Ministri della Difesa (Abdullah At-Thani), degli Interni (Muhammed Sheykh), degli Esteri (Muhammed Abdulaziz), delle Finanze (Abdul Karim Al Kilani) e della Giustizia (Salah Marghani), si riunirà giornalmente o più volte se necessario. La decisione è stata presa in seguito all’ondata di violenze che ha travolto il Paese nei mesi scorsi, soprattutto nella città di Bengasi, scossa ogni settimana da assassinii di ufficiali dell’esercito e sommosse. Il 26 luglio è stato ucciso in un agguato l’avvocato e noto attivista per i diritti umani Abdelsalam Al Mismari mentre il giorno successivo si è scatenata una rivolta in un carcere di Bengasi che ha portato alla fuga di circa 1200 prigionieri. Infine, ieri – sempre a Bengasi – un attentato che ha ucciso un ufficiale libico.

Intanto, il Dipartimento di Giustizia ha presentato accuse penali nei confronti di alcuni sospetti dell’attacco al consolato americano di Bengasi, nel quale sono rimasti vittime l’ambasciatore Chris Stevens ed altre tre persone. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti. Non è chiara l’esatta natura delle accuse così come non è chiaro il numero dei sospetti perché le accuse sono secretate. Si tratta – afferma il Wall Street Journal – della prima risposta americana all’assalto in Libia. Il Federal Bureau of Investigation in maggio aveva pubblicato le foto di tre uomini che si trovavano nel compound e che erano ricercati per essere sentiti.

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