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Direzione Pd, il giallo della data e la brutta figura di Epifani

Ma, per dirla con Matteo Renzi, “Guglielmo ha fissato la data o no?”. Questo il quesito che emerge dalla Direzione nazionale del Pd di ieri sera. Una direzione confusa e con tanto di giallo finale che di certo non fa fare una bella figura al partito e al suo segretario Guglielmo Epifani. La data del 24 novembre per le primarie, strombazzata rapidamente sui giornali on line ieri sera come prima vera notizia della serata alla fine non è una notizia. Una nota ufficiale del Pd di fatto la smentisce.

Ma andiamo con ordine. Nella sua relazione, Epifani non ha indicato un giorno preciso per il Congresso ma si è limitato a dire: “Confermo tutto: tempi e funzione del congresso”. Peccato che durante la direzione precedente, il segretario si era limitato a indicare “fine novembre” come termine per lo svolgimento delle assise, poi ipotizzato da Dario Franceschini il 24 novembre.

Parole fumose che hanno fatto scattare il tam tam renziano su Twitter, accompagnato, dicono, da uno sfogo del loro leader Matteo Renzi con Marina Sereni, vicepresidente dell’assemblea. E’ stata Magda Negri, veltroniana, la vera “star” della serata, a chiedere infine la parola per una semplice quanto fondamentale domanda: “Vorrei capire… La data delle primarie è il 24 novembre?”. A quel punto la Sereni ha cercato di chiudere ripetendo la formula del segretario: “Confermiamo la scelta della precedente direzione…”.

Immediata la reazione dei renziani Simona Bonafé, Matteo Richetti e Angelo Rughetti: “Cioè? Quale sarebbe questa data? E’ il 24 novembre o no?”. A quel punto la Sereni ha girato la domanda a Epifani: “E’ il 24, giusto?”. Il segretario ha annuito, un gesto che “neanche al Pcus sovietico”, per dirla con Marco Damilano ieri a In Onda su La7.

Peccato che poi il Pd abbia precisato con una nota che il 24 novembre non è affatto una data certa: “L’indicazione politica è di fare il tutto, compatibilmente con le modifiche statutarie che si deciderà di adottare, entro novembre”. Così, alla fine, aveva ragione Pippo Civati, che di fronte all’euforia da “data certa” invitava alla cautela e ora ipotizza sconsolato sul suo blog: “Potremmo farle il 6 gennaio, le primarie (che non è detto che siano proprio primarie): forse a Epifani quella data può andare (si scherza, per non piangere)”.

 

 

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