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Esposito e Berlusconi, “vincitori e vinti”

“Vincitori e vinti” è il titolo italiano di un bel film di Stanley Kramer del 1961, magistralmente interpretato, tra gli altri, da Spencer Tracy, Burt Lancaster, Marlene Dietrich.

Nel dopoguerra, a Norimberga – siamo ormai alle fine dei grandi processi ai gerarchi nazisti – un insigne magistrato tedesco (impersonato da Burt Lancaster) viene giudicato da un tribunale presieduto da un giudice americano (Spencer Tracy) peraltro non rieletto nel suo distretto. Le solo imputazioni di cui è chiamato a rispondere il giudice tedesco sono quelle di aver applicato le leggi del regime sulla tutela della razza e quant’altro. A suo favore agisce un’opinione pubblica che vuole dare un futuro alla Germania sconfitta. Anche la politica degli alleati occidentali sta cambiando: i rapporti con l’Urss si stanno logorando e la Germania può divenire un alleato prezioso per le potenze democratiche. Ma il presidente americano – che pure ha cominciato a stimare il collega tedesco – nonostante l’invito alla clemenza, è inflessibile e lo condanna. In un successivo incontro tra i due, il giudice tedesco chiede a quello americano dove stia il discrimine tra legalità e giustizia; in sostanza come può un giudice capire se è suo dovere applicare o meno le leggi vigenti. La risposta è secca: quando si accorge di condannare un innocente.

Il presidente Antonio Esposito e i giudici della sezione feriale della Cassazione, che hanno mandato in giudicato la sentenza di condanna per Silvio Berlusconi, hanno l’età per aver visto, a suo tempo, quel film. Chissà se ne hanno capito il significato e colto il messaggio?

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