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“Un fiore nel deserto”. Padre Dall’Oglio secondo l’Economist

L’Economist omaggia questa settimana padre Paolo Dall’Oglio, scomparso alla fine di luglio nella città siriana di Raqqa, ribattezzandolo “un fiore nel deserto”:

“Che è accaduto al prete che incarnava la tolleranza della Siria prima della guerra?” domanda il settimanale americano che ripercorre l’esperienza del gesuita.

Dopo aver rifondato negli anni ’80 il monastero cattolico Deir Mar Musa al Habashi (Monastero di San Mosè l’Abissino), nel deserto a Nord della capitale siriana, il gesuita, “con tocco leggero, si è impegnato a migliorare i rapporti tra le comunità religiose della Siria”, ha ricordato l’Economist, “trasformando il monastero in un simbolo di tolleranza”. Pur essendo stato espulso dalla Siria lo scorso anno, continua il settimanale, Dall’Oglio “non si è fatto scoraggiare” e ha continuato a operare “come mediatore tre le fazioni in guerra, viaggiando nei territori sotto il controllo dei ribelli”.

“Il mese scorso, padre Dall’Oglio è andato a Raqqa, città nel nord della Siria in mano ai jihadisti, per negoziare le fine degli scontri con i ribelli curdi. Da allora non è più stato visto e potrebbe essere stato rapito. Con 100.000 morti nella guerra civile, la Siria ha bisogno oggi più che mai di padre Dall’Oglio”, conclude l’articolo.

Nell’audizione al Copasir, il capo del Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), Gianpiero Massolo ha riferito sulla situazione dei due italiani rapiti in Siria, Domenico Quirico e padre Dall’Oglio. Per quest’ultimo, ancora nessun contatto con il gruppo jihadista che l’ha sequestrato.

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