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Service tax, cos’è la nuova tassa per superare l’Imu

Imu sì, Imu no. Il dibattito politico-economico sulla tassa sulla prima casa procede e si infiamma in vista del 31 agosto, quando si dovrà arrivare ad una decisione, e senza mettere a rischio il futuro del governo Letta. Ma tra le ultime proposte del Ministero dell’Economia spunta quella che prevede la service -tax: eliminare l’Imu e, contestualmente, rimodulare la Tares relativa ai servizi indivisibili introducendo, appunto, la service tax.

Il “superamento dell’Imu”

Via la rata di settembre dell’Imu quindi, con un costo per le casse dello Stato di 2,4 miliardi e varo della service-tax che “supererà” la tassa sulla casa, (“supererà”, l’attenzione ai termini è cruciale quando il Pdl accusa il premier Letta di non rispettare gli impegni non abolendo l’Imu e il premier replica sostenendo di aver parlato solo e sempre di un suo superamento) inglobandola alla nuova imposta sui rifiuti (Tares). La nuova imposta unica dovrebbe accorpare entro settembre l’Imu, la nuova imposta sui rifiuti ma anche la maggior parte dei servizi indivisibili (illuminazione, gestione delle strade e dei marciapiedi)

Il commento del sottosegretario Baretta

“Le proposte su come superare l’Imu ci sono. Anche troppe. Il tempo stringe: entro la fine del mese dobbiamo azzerare la rata di giugno e decidere la soluzione migliore”, ha sottolineato il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta.

“È tempo che i partiti entrino nel merito ed anche il Pdl dica ciò che vuole e non solo ciò che non vuole. Una maggiore autonomia fiscale ai comuni e Service tax sono soluzioni concrete ed efficaci che superano l’Imu e che sono contenute nel dossier del Mef, compresa una indicazione di risorse per oltre 2 miliardi da affidare ai comuni. Altro che centro studi”, ha aggiunto. E sulle coperture “si smetta lo scaricabarile sul ministero dell’Economia. Ognuno dica con chiarezza dove si trovano le risorse. C’è qualcuno che pensa che pur di togliere l’Imu a tutti, e per sempre, si possono aumentare ancora le tasse? O la benzina? Lo si dica chiaramente, senza nascondersi dietro gli slogan.”

Via Imu, arriva Service tax più 2 miliardi ai Comuni per compensare

Sulle ipotesi allo studio al riguardo della rimodulazione dell’Imu, Baretta afferma che ”si può tranquillamente dire che, se il governo durerà, la rata Imu di settembre non verrà pagata e, da dicembre, l’ipotesi è di avere una nuova tassa che si chiamerà diversamente. Questa è la proposta che stiamo preparando, si pensa a una nuova service tax che però doverebbe essere più bassa della somma delle imposte che sostituirà. Per questo l’idea è di stanziare almeno 2 miliardi di euro per aiutare i Comuni”.

La soluzione probabile

Tra le ipotesi di riforma fatte dal Mef, per sostituire il tributo sulle abitazioni principali, il voto più alto quindi va nella direzione di eliminare l’imu e, contestuale, rimodulare la Tares relativa ai servizi indivisibili introducendo, appunto, la service tax. Parimerito, nella pagella del ministero, si posiziona anche l’ipotesi di dare più potere ai comuni sulla tassazione della prima casa; la combinazione delle due proposte potrebbe garantire il mix giusto, e assicurare la soluzione che dovrà essere trovata entro il 31 agosto.

La tassazione degli immobili sfitti

Tuttavia, a pochi giorni dalla sua messa a punto, sono ancora tanti i primi cittadini italiani che ammettono di non essere a conoscenza dei perimetri operativi della nuova imposta. Il tutto neanche dopo la presa di posizione del Tesoro, che con il ministro Saccomanni ha fatto sapere che la service tax potrà consentire ai Comuni margini di manovra per tassare gli immobili sfitti, consentendo la deducibilità dell’imposta dal reddito d’impresa.

La proposta con assenza di agevolazioni

Secondo le elaborazioni del Mef l’esenzione della tassazione Imu sulle abitazioni principali, e la contestuale introduzione di una service tax, che dovrebbe sostituire il prelievo sulla maggiorazione Tares, potrebbe essere neutrale dal punto di vista finanziario. Nel documento il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, descrive tre possibili diversi modi di applicazione del tributi, con i diversi effetti sulle casse dello stato e sui contribuenti. In assenza di agevolazioni per i redditi più bassi, il gettito dell’Imu ad aliquota standard, pari a circa 3,4 miliardi di euro, e la contestuale eliminazione della maggiorazione Tares, valutato in 1 miliardo, sarebbe assicurato da un’aliquota dell’1,9 per mille della nuova service tax, che porterebbe un gettito di 4,3 miliardi.

La soluzione con sgravi e i criteri

Introducendo agevolazioni per le categorie di contribuenti più svantaggiate si potrebbero incassare 4,3 miliardi con aliquote variabili tra 1,9 e 3,4 per mille, in dipendenza della modulazione dell’agevolazione concessa. Al fine di migliorare gli effetti redistributivi dell’imposta, e soprattutto per evitare di penalizzare le famiglie più vulnerabili, il Mef propone di adottare all’interno della service tax alcuni ”accorgimenti, che introducono degli sgravi e/o esenzioni per i contribuenti non proprietari”. I parametri suggeriti dal ministero sono: reddito complessivo e la numerosità familiare.

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