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La nuova Belle Époque francese è vicina. L’ultima (bugia) di Hollande

Nessun dubbio, la Francia sta tornando alla sua “age dorée”, quella che le spetta e che il mondo chiede a gran voce. Almeno secondo il governo socialista di Parigi, che ha annunciato un futuro brillante per il Paese caratterizzato da piena occupazione e da impianti produttivi innovativi grazie alla “Terza Rivoluzione Industriale”.

Le dichiarazioni del governo e di Hollande

La Francia di domani sarà un posto sicuro, con una giustizia più veloce e meno costosa e dove l’esperienza stressante di trovare un’abitazione sarà “un momento felice della vita di ogni persona”, hanno spiegato i ministri. Grandi annunci che suonano surreali, e non solo per la destra francese all’opposizione pronta a distruggere quel poco che resta della credibilità interna del presidente François Hollande. Il nuovo annuncio arriva dopo una serie di affermazioni che, in piena recessione, dichiaravano la fine della crisi. E adesso ci si chiede se quello di Hollande sia uno sviscerato ottimismo o un voler chiudere gli occhi di fronte ad un’eurozona che stenta a riprendersi e che, se mantenuta la gestione attuale, potrà solo dire addio all’importanza geopolitica che ha avuto fino al 2007.

“La Francia tra dieci anni”

La presentazione di questo progetto al seminario “La Francia tra dieci anni”, segna la fine delle vacanze estive per l’esecutivo che già domani, evidenzia il Financial Times, sarà chiamato a decidere di misure dure, dalla riforma fiscale a quella del sistema pensionistico. In un discorso che ha spaziato dall’inclusione sociale al surriscaldamento globale alla politica industriale, Hollande ha sottolineato che una simile visione di lungo periodo è necessaria. “Il Paese si sta solo riprendendo da un decennio perso. L’Europa ha bisogno di una Francia più forte e il mondo di una più influente”. Parte di questo Paese più forte dovrebbe accrescere la potenza industriale sostenendo l’export. E, in sostanza, secondo Hollande, è quindi necessario “semplificare lo Stato rendendolo più forte e veloce”.

La Francia scalzata dagli Emergenti nella geopolitica mondiale

Incoraggiato dai risultati economici presentati dall’Eurostat la settimana scorsa, con il Pil in aumento dello 0,5% nel secondo trimestre del 2013, il governo francese ha illustrato una serie di previsioni entusiasmanti. Il ministro dell’Industria, Arnaud Montebourg, ha dichiarato che la terza rivoluzione industriale avverrà grazie a progetti specifici come lo sviluppo entro il 2017 di un veicolo super efficiente dal punto di vista dei consumi. Ma il ministro dell’Economia, Pierre Moscovici, ha ammesso che entro un decennio la Francia sarà sorpassata da Paesi emergenti come l’India, facendo perdere a Parigi la quinta posizione nella classifica delle potenze mondiali e spostando quindi la seconda economia europea all’ottavo o al nono gradino. Ma, evidenzia il report, entro il 2025, è “realistico che il Paese abbia raggiunto la piena occupazione” e si sia ripreso a livello fiscale, “senza problemi per allocare il suo debito pubblico”.

Le nuove misure d’austerità per rispettare il vincolo del deficit

I partiti di opposizione non hanno esitato a criticare le prospettive del governo e il vice presidente del partito Ump, Laurent Wauquiez, le ha definite “surreali”, a maggior ragione se si considerano i problemi che attanagliano Parigi oggi. Gli economisti si mostrano scettici sull’effettiva ripresa economica, o, quantomeno, sul fatto che resti ai livelli registrati nel secondo trimestre e tali da far scendere davvero il tasso di disoccupazione nel Paese. E il rispetto dei vincoli imposti da Maastricht sul rispetto del rapporto deficit/Pil al 3%, disatteso nel 2012, sarà un ostacolo in più sulla strada del presidente socialista, costretto a decidere nuovi aumenti fiscali e tagli della spesa pubblica.

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