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Renzi e la carica dei 101 (o quasi) sindaci renziani

Renzi il rottamatore o Renzi il “riciclatore”? Il dubbio sorge spontaneo dopo aver visto la sfilza di amministratori, non certo novizi della politica, che giorno dopo giorno si uniscono alla rete del sindaco di Firenze.

IL PARTITO DEI SINDACI
Un vero e proprio “partito dei sindaci”, del quale si è a lungo parlato, ma che solo ora inizia a delinearsi, come rileva Alessandro Trocino sul Corriere della Sera di oggi.

Sono tanti, e alcuni anche illustri, gli endorsement che l’inquilino di Palazzo Vecchio incassa, senza in verità disdegnare. Un modo come un altro per costruire un argine non solo qualitativo, ma anche numerico, all’offensiva della nomenklatura del Pd, che non ha mai visto troppo di buon occhio il protagonismo giovanile (e giovanilistico) del sindaco di Firenze.

UN ARGINE ALLA NOMENKLATURA
La pattuglia più numerosa di renziani “dell’ultim’ora” arriva dalla Sicilia. Al recentissimo sostegno di Enzo Bianco, sindaco di Catania e di Leoluca Orlando, primo cittadino di Palermo, si sono sommati quelli del primo cittadino di Siracusa Giancarlo Garozzo e del quarantenne sindaco di Agrigento Marco Zambuto, che ha lasciato l’Udc (dopo aver militato nel Pdl). In molti Comuni “è una valanga“: Comiso, Erice, Aragona, Villabate, Santa Ninfa, Priolo, Floridia, Ferla, Favara, Menfi, Paternò, Regalbuto, Resuttano, Aci Sant’Antonio.

L’ASSE ANTI-LETTA
Adesioni che segnano un’accelerazione nella corsa di Matteo Renzi alla leadership del Pd, in odore di congresso. Un appuntamento in cui il vero avversario del sindaco di Firenze, per età e spessore, pare il premier Enrico Letta, che dal Meeting di Rimini ha già lanciato il suo guanto di sfida al primo cittadino toscano.

VERSO LA CRISI DI GOVERNO
Ma questa corsa a salire sul carro renziano – considerato evidentemente da molti quello vincente – evidenzia anche una degenerazione del clima nel governo di larghe intese a seguito della sentenza della Cassazione che potrebbe mettere fuori-gioco Silvio Berlusconi e quindi portare presto alle urne.

IL PATTO COL NEMICO
Nell’insidioso cammino che avvicina Renzi alla conquista della premiership tiene banco però un mutevole risiko di alleanze, nel quale il sindaco di Firenze sembra aver accettato il sostegno dell’arcinemico Massimo D’Alema, per scardinare l’asse di governo composto da Letta-Bersani-Franceschini, garantiti per il momento dalla mellifluità di un segretario di transizione, ma con future ambizioni, come Guglielmo Epifani.

NUOVI EQUILIBRI
La conferma di questo progetto, che non si sta radicando solo in Sicilia, la offre non un primo cittadino qualunque, ma Virginio Merola, sindaco di una città simbolo per la sinistra italiana, Bologna. Nel 2000 – ricorda il Corriere – Merola diede quasi del “golpista” a Renzi, ora fa mea culpa e lo sostiene: “È stato un errore stare con Bersani“.

E al partito dei sindaci si sono uniti anche nomi pesanti come quello di Milano, Giuliano Pisapia, che non è del Pd ma poche settimane fa ha detto: “Voterei Renzi: solo lui può far vincere le elezioni al centrosinistra” e Piero Fassino, neopresidente dell’Anci e sindaco di Torino che si era schierato con Bersani, ma sarebbe in lento avvicinamento a Renzi: “È una risorsa importante“, ha spiegato ad Agorà.

La pattuglia renziana è in marcia verso Largo del Nazareno (e Palazzo Chigi) e pare sempre più difficile che qualcuno possa ostacolarla.

Pisapia: se Bersani fallisce dopo tocca a Renzi (fonte video: Telenova)

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