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Quei Francescani che “danno pensiero” al Papa

Con Decreto dell’11 luglio 2013 la Congregazione degli Istituti di Vita consacrata, presieduta dal card. João Braz de Aviz, ha “commissariato” l’Istituto dei frati Francescani dell’Immacolata, a seguito di problemi sollevati dall’interno stesso della congregazione, fondata dall’ex Minore Conventuale padre Stefano Manelli il 2 agosto 1970 e riconosciuta di diritto pontificio da Giovanni Paolo II nel 1998.

In appoggio all’Istituto, che ha dato vita nella Chiesa ad una feconda esperienza religiosa rinnovata secondo il programma di vita denominato “Traccia mariana di vita francescana” e che conta oggi più di 700 membri tra frati e suore, è stata lanciata il 1° agosto una campagna di sostegno, anche in considerazione del fatto che, i Francescani e le Francescane dell’Immacolata, sono stati negli ultimi anni fra i più attivi promotori del Motu Proprio “Summorum Pontificum” con il quale Benedetto XVI ha ulteriormente liberalizzato la liturgia tradizionale, celebrata in latino secondo il Messale di San Pio V. All’iniziativa, promossa dall’agenzia cattolica “Corrispondenza romana”, hanno risposto in pochi giorni oltre 3.500 persone che, in pieno “ferragosto”, hanno scritto una lettera alle caselle e-mail delle Congregazioni degli Istituti di Vita consacrata e per la Dottrina della Fede per rinnovare la loro fiducia e stima nei verso i frati e le suore che, in effetti, ha sempre fatto norma di vita e vanto della loro fedeltà al Papa ed all’ortodossia cattolica.
Da quest’ultimo punto di vista, a nemmeno una settimana dall’emanazione del Decreto di “commissariamento”, è uscito il primo fascicolo semestrale della rivista “di apologetica teologica”, curata dal Seminario “Immacolata Mediatrice” dei Francescani dell’Immacolata, “Fides Catholica” [n. 1/2013, Casa Mariana Editrice, Frigento (AV), pp. 275 – cm 15×21 – copertina a colori].

Con il consueto taglio teologico-fondamentale, la rivista presenta nella sezione monografica di approfondimento (“Theologica”), una serie di saggi sul tema della Fede, studiata da diverse angolature. Si tratta di contributi presentati dai Francescani dell’Immacolata, frati e suore, ad un convegno di studi, tenuto a Frigento, in provincia di Avellino, nel dicembre 2012, dedicato al tema “Con l’Immacolata per riscoprire il dono prezioso della Fede”.
Fra gli interventi segnaliamo in primo luogo, integralmente trascritto nel numero corrente di “Fides Catholica”, che è giunta nel 2013 all’ottavo anno di pubblicazione, quello di padre Alessandro M. Apollonio FI, rettore del seminario teologico dei Francescani dell’Immacolata, I credenti si fortificano credendo (pp. 15-48). Il messaggio principale lanciato da p. Apollonio è che il cuore della nuova evangelizzazione dovrebbe essere sempre più l’apologetica teologica, vale a dire il discorso razionale sulla fede. Solo così, infatti, sarà possibile preservare la Fides Catholica dagli errori ed annunciarla a tutti in modo ragionevole. La cultura agnostica, infatti, soggiunge il religioso, che è refrattaria a Dio ed alla fede, richiede oggi ancor più che mai che se ne confutino gli errori, amplificati dall’imperante “dittatura del relativismo”.
Segue poi la relazione del direttore della rivista dei Francescani dell’Immacolata, padre Serafino M. Lanzetta FI, intitolata “Noi adoriamo quello che conosciamo” (Giovanni 4,22). Fede e credenza religiosa (pp. 49-69). Nel suo intervento il giovane teologo spiega come e perché Fede e credenza religiosa abbiano convergenze comuni, dovendo comunque affermare e conservare tra le due una sostanziale differenza, di carattere sostanziale, che va evidenziata soprattutto oggi al fine di evitare errori grossolani quali il sincretismo religioso e l’ecumenismo relativistico.

Ulteriore intervento di rilievo, sempre riportato nel numero di “Fides Catholica”, è quello di un altro religioso di spicco dell’Istituto, padre Rosario M. Sammarco FI, intitolato La Fede dono di Dio e atto dell’uomo (pp. 71-95), rettore del Santuario di Maria S.S. di Quintiliolo a Tivoli. Nella sua relazione egli evidenzia come l’uomo-creatura abbia un’irrinunciabile necessità di un Altro in senso ampio, che lo guidi sia per conoscere sia per poter vivere pienamente la sua esistenza terrena. La Fede, infatti, argomenta p. Sammarco, è innanzitutto conoscenza e, pertanto, costituisce un atto proprio dell’uomo, tanto nell’ambito naturale (tante cose sono credute per “fede naturale”), quanto in quello soprannaturale, nel quale egli conosce i misteri di Dio essendone reso capace da Dio stesso. I due ordini di conoscenza, comunque, che sono distinti, non vanno contrapposti in quanto completano assieme la dimensione epistemologica che è connaturata, appunto, all’uomo.

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