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Armi chimiche? Così la Cia aiutò l’Iraq contro l’Iran

Alla fine degli anni ’80, gli Usa sapevano perfettamente che le forze del dittatore iracheno Saddam Hussein stavano facendo un uso massiccio di armi chimiche nella loro guerra contro l’Iran, ben più grave di quanto sta accadendo ora in Siria, ma non fecero nulla per fermarle.

Lo rivela in un servizio esclusivo l’autorevole rivista Foreign Policy (FP), citando documenti “Top Secret” della Cia recentemente declassificati. In particolare, secondo quanto si legge nelle carte, e secondo quanto ha detto a FP un ex colonnello americano che a quei tempi era attachè militare presso l’ambasciata Usa a Baghdad, nei primi mesi del 1988 il Pentagono apprese attraverso immagini satellitari che l’Iran stava per ottenere una significativa vittoria sfruttando un “buco” nelle difese irachene nei pressi della citta’ di Bassora, nel Sud dell’Iraq.

L’intelligence americana fornì quindi a Baghdad informazioni dettagliate sulla localizzazione delle forze iraniane, ben consapevole che le forze di Saddam le avrebbero attaccate con armi chimiche. Gli iracheni, scrive FP, usarono gas mostarda o sarin in quattro importanti offensive del 1988 sulla base di immagini satellitari Usa, mappe e altre informazioni di intelligence. Attacchi che contribuirono a spostare i destini della guerra – iniziata nel 1980 e costata oltre un milione di morti – in favore dell’Iraq e a portare l’Iran al tavolo dei negoziati.

Alla fine del 1987, gli analisti dell’intelligence militare scrissero in un rapporto che l’offensiva militare che l’Iran si apprestava a lanciare era la più vasta dall’inizio della guerra e aveva buone possibilità di portare alla conquista iraniana di Bassora. Se la città fosse caduta in mani iraniane, ammoniva il rapporto, l’Iraq avrebbe probabilmente perso la guerra. Secondo l’attachè militare a Baghdad, il colonnello Rick Francona, il presidente Ronald Reagan lesse quel rapporto e vi scrisse una nota per il segretario alla difesa Frank Carlucci affermando che “una vittoria iraniana è inaccettabile”.

Gli Usa avevano le prove dell’uso di gas letali da parte dell’Iraq sin dal 1983. I dirigenti della Cia, tra cui lo stesso direttore William Casey, scrive FP erano stati informati dei luoghi in Iraq dove venivano assemblate le armi chimiche; sapevano che gli iracheni stavano disperatamente cercando di produrre grandi quantità di gas mostarda per soddisfare le richieste dei militari in prima linea e che Baghdad stava per acquistare macchinari in Italia per accelerare la produzione di proiettili d’artiglieria caricati con agenti chimici.

E soprattutto che l’Iraq avrebbe probabilmente usato il gas nervino contro le forze iraniane e forse anche contro i civili. Già nel 1984, la Cia scrisse che l’Iraq “ha iniziato ad usare gas nervino sul fronte di Bassora”. Ufficialmente, “gli iracheni non ci hanno mai detto che avrebbero usato armi chimiche. Non dovevano dircelo. Lo sapevamo già”, ha affermato Francona. I documenti declassificati ora lo provano e equivalgono, secondo quanto scrive FP, “ad una ammissione di complicità in alcuni dei più atroci attacchi condotti con armi chimiche”.

(fonte: ANSA)

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