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La memoria difensiva della colomba Berlusconi

Abbandonati gli ultimatum e i toni da falco, è un Silvio Berlusconi pacato e composto quello che si rivolge con una lettera alla Giunta per le elezioni del Senato, accompagnando la memoria difensiva depositata oggi dai suoi legali. Il leader del Pdl annuncia sì ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo contro l’applicazione della legge Severino per ”pacifica violazione” dell’articolo 7 e cioè, spiegano fonti pidielline, per la violazione del principio di legalità e di non retroattività delle misure afflittive di tipo penale.

Ma nelle parole con cui si rivolge ai suoi colleghi senatori che dovranno esaminare la questione, non c’è nessuna minaccia né vento di guerra, solo “rispetto dovuto al delicato e complesso lavoro in corso di svolgimento”. La lettera arriva insieme a sei parere pro-veritate di giuristi e costituzionalisti (Giovanni Guzzetta, Giorgio Spangher, Antonia Antonella Marandola, Roberto Nania, Gustavo Pansini, Nicolò Zanon, Beniamino Caravita e Giuseppe De Vergottini) in cui viene richiesto di affidare alla Consulta il compito di sciogliere i dubbi sulla costituzionalità della legge Severino e di sospendere i lavori della Giunta in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale.

Lo schema Violante
In due parole insomma lo schema Violante, la proposta fatta dal saggio del Pd su cui tanto si è discusso in questi giorni. Un’apertura che piace al Pdl, convince poco il Pd con Luigi Zanda e Davide Zoggia che la etichettano come “opinione personale”, anche se arrivano schiarite da Beppe Fioroni che a Formiche.net spiega di condividere il ragionamento dell’ex presidente della Camera e chiede al Pd di lasciare il tempo a Berlusconi per approfondire la questione in modo da evitare inutili vittimismi.

Uno schema, rivela un’indiscrezione di oggi del Corriere della Sera, visto con “attenzione e apprezzamento” anche da parte di Giorgio Napolitano. Anche se in un’intervista al Sole 24 Ore, è l’amico strettissimo del capo dello Stato, l’ex direttore di Unità e Riformista Emanuele Macaluso, a bocciarla. “Ritengo che questa non sia una via d’uscita ma una proroga, qualcosa di provvisorio – spiega lo storico esponente del Pci – tutti quelli che ammettono la possibilità che al Senato si possa sollevare una questione di costituzionalità dicono anche che la legge Severino è costituzionale. E dunque? È una perdita di tempo. Senza contare che la corte d’appello di Milano a breve dovrà riquantificare l’interdizione. Mi pare quindi che quella di Violante non sia una soluzione: la decadenza di Berlusconi resta sul tavolo, la situazione non è mutabile”.

Ciò che è certo è che sul tavolo della Giunta a settembre ci sarà il voto sulla richiesta di rinvio alla Consulta della legge Severino da parte di Berlusconi. Una nuova prova del nove per il Pdl. E soprattutto per il Pd.

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