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Hollande ritenta in Siria il nefasto giochino libico

Per gentile concessione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Pierluigi Magnaschi uscito sul quotidiano Italia Oggi.

Se non fosse perché i francesi (al contrario degli inglesi) non hanno il gusto dell’ironia, Hollande non avrebbe recitato, il 27 agosto scorso, la parte di Napoleone davanti a tutti gli ambasciatori francesi nel mondo. E lo ha fatto usando, in sostanza, la celebre frase di Giulio Cesare davanti al Rubicone: «Alea iacta est», il dato è tratto. Insomma, per Hollande, il tempo della pazienza è finito. Entreremo in guerra, dice, nei confronti di Assad senza nemmeno dichiararla. Ho visto la registrazione televisiva di questo incontro che, con le furbe finezze che hanno in francesi (questa è una dote che bisogna loro riconoscere: sanno avvolgere bene qualsiasi cosa, dal camembert allo champagne), non era stata indetta appositamente ma è stata fatta coincidere con la tradizionale cerimonia di ripresa dell’attività degli ambasciatori francesi dopo le vacanze.

Insomma, la Francia, che non ne ha i mezzi, dichiara guerra ad Assad per ristabilire l’equilibrio internazionale. La Francia cioè ritenta il giochino dell’aggressione alla Libia, quando fece partire i suoi caccia prendendo in contropiede gli alleati che stavano ancora chiedendosi se ne valesse la pena. Si comportò come il centometrista che scatta quando gli altri concorrenti si stanno ancora sistemando le scarpette. Successivamente, la Francia ha invaso il Mali ma gli alleati non si sono mossi ed essa è quindi rimasta col cerino in mano.

Continua la lettura dell’analisi di Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi

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