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Pizza, mandolino e… e-commerce!

L’e-commerce in Italia naviga in acque tranquille (nonostante l’imperversare della tempesta crisi). La conferma arriva dai dati presentati durante l’ottava edizione del Netcomm eCommerce Forum 2013 che registrano tutti segno positivo: +17% è la previsione di crescita delle vendite online in Italia, con un fatturato che si attesterebbe intorno agli 11 miliardi di euro.

Si può, dunque, affermare che la diffusione di siti di e-commerce sia notevolmente cresciuta e che sia lievitato, allo stesso modo, il numero di consumatori che sempre più si affidano (e si fidano) degli acquisti on line. Si stima, infatti, che gli acquirenti online attivi siano aumentati di circa il 50% rispetto all’anno scorso, raggiungendo i 13,6 milioni a fine aprile 2013. Si vola alto, insomma.
In fase di crescita ci sono soprattutto il settore dell’abbigliamento (+27%), seguito dall’informatica, dall’alimentare, dal turismo, dalle assicurazioni e dall’editoria (ferma a un +4%).

Per quanto riguarda il resto del Vecchio Continente – secondo quanto emerso dall’Europe B2C Ecommerce Report 2013 –, a dominare il mercato sono le economie forti: il Regno Unito (con 96 miliardi di euro), la Germania (50 miliardi) e la Francia (45 miliardi), che insieme hanno generato il 61% delle vendite. Nulla di nuovo sotto il cielo. Ma il dato più interessante che emerge da questo dossier è che i Paesi in cui si riscontra la maggior crescita del mercato sono, assieme all’Italia, le nazioni del centro e del sud Europa.

IL CASO “BLOMMING”
L’Italia, insomma, in questo ambito inizia a registrare numeri importanti. Ad aver contribuito al successo dell’economia che corre sul web nel nostro Paese è senz’altro “Blomming”, la piattaforma di e-commerce che ha fatto della vendita di prodotti e servizi tramite social network il segreto del suo successo. Un business, questo, che fa scuola. Stando a quanto pubblicato dalla stessa “Blomming”, infatti, la tendenza del social commerce è a tal punto in crescita da far stimare un aumento del 50% delle vendite on-line entro il 2015. Basti pensare che il 34% degli acquirenti dichiara di preferire l’acquisto tramite Facebook e simili piuttosto che ricorrere all’e-commerce tradizionale.

Mettendo insieme tutti questi risultati positivi raggiunti nel settore, pare che l’Italia si stia pian piano liberando dai pesanti complessi di inferiorità rispetto agli USA e agli altri Paesi europei.
Speriamo di saper sfruttare appieno questa buona occasione…

 di Alma Pantaleo

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