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Come rompere la gabbia dell’euro

Di seguito pubblichiamo un estratto dal libro “Europa kaputt, svenduti all’euro” di Antonio Maria Rinaldi, pubblicato da Piscopo Editore, che sarà presentato il 12 settembre alla Camera

La moneta unica si fonda su principi aleatori, la sua struttura è assimilabile a una costruzione su un terreno sismico senza tuttavia aver adottato criteri antisismici, incapace di reggere al primo terremoto a cui è andata incontro, precludendo ogni possibilità di crescita alle economie di molti paesi perché concepita come si può costruire un OGM (Organismo Geneticamente Modificato) in laboratori, magari ubicato a Francoforte in qualche ufficio ai piani alti della Bundesbank, certamente più idonea nel fungere da stimolo e volano a operazioni finanziarie fine a se stesse che a supportare l’economia reale delle imprese e delle famiglie.

Gli obblighi determinati dal vincolo esterno sarebbero dovuti costituire infatti, nelle intenzioni dei firmatari del Trattato di Maastricht, il solo sistema coercitivo capace di indurre la nostra pigra e distratta classe politica a compiere quello che autonomamente non sarebbe mai riuscita a fare, mentre, nel tempo, si sono rivelati utopici obiettivi impossibili da perseguire determinando poi il declino economico, politico e sociale del nostro Paese.
Il vincolo esterno fu interpretato e accettato come una sorta di tutela a garanzia che si procedesse verso obiettivi che altrimenti difficilmente sarebbero stati perseguiti.

Sta di fatto che firmammo un trattato senza la piena coscienza politica che non saremmo mai stati capaci di ripettarlo e che avremmo legato mani e piedi della nostra economia senza possibilità di scampo, consegnandoci ad una resa certa e senza condizioni, ponendoci nell’impossibilità futura di evitare il cappio messoci al collo si stringesse sempre di più.
Troppi europei ormai sono consapevoli si essere le vittime di una guerra economica devastante, dove a rimanere sul campo non sono più i soldati in divisa, ma i disoccupati e gli emarginati che subiscono i danni più forti della scelte sbagliate.

Non è accettabile che fra le nostre generazioni più giovani si stia infondendo un senso di rinuncia, dove l’aspirazione più grande risiede nel riuscire a emigrare per poter trovare un lavoro adeguato dopo magari aver studiato inutilmente!
Il modello preso a riferimento , non supportato dalla letteratura economica finora conosciuta, è essenzialmente teso al pareggio di bilancio e al riordino dei conti come unica conditio per creare i presupposti alla crescita, mentre il dibattito a livello internazionale ci indica valide vie alternative percorribili.

Ciò che doveva servire per mettere sotto tutela la Germania per soddisfare “esigenze” storiche, ha invece consentito alla Germania di mettere sotto tutela l’Europa stessa per mezzo di un meccanismo di convergenza monetaria ch gli ha consegnato le chiavi di questa errata conduzione.
Non hanno voluto capire che la mneta comune con questa architettura di regole, non sarebbe mai potuta essre realmente moneta condivisa, ma un metodo di governo, una forma subdola e coercitiva p poter controllare i paesi dal di fuori dei confini nazionali e dalle preposte istituzioni democraticamente elette dai cittadini di cui “non ci si fidava?”.

Proprio perché non esiste Stato senza moneta, chi governa la moneta governa lo Stato e nel caso Europeo governa l’Europa.

Cosa ce ne facciamo dei conti in regola, , come diligenti scolaretti, se poi ci ritroviamo in una situazione n cui la gente disperata arriva sempre più a togliersi la vita per la vergogna, perché non riesce più a sbarcare il lunario e le aziende cessano la propria attività con una progressione inaudita?
Un giorno questa stessa Europa dovrà ufficialmente chiedere scusa e fare ammenda per come ha trattato ueste sue popolazioni, infliggendogli enormi disagi e inaudite mortificazioni, riconoscendo che non erano certo le responsabili delle crisi economiche e finanziarie che hanno investito mezzo mondo, ma al contrario vittime inconsapevoli e innocenti di un sistema errato.

La locandina dell’evento alla Camera dei Deputati

europa kaputt camera deputati (1)

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