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Iran, cronaca di una metamorfosi politica

Cambiano i venti in Iran. “Il mio governo è pronto a fornire un contributo per facilitare il dialogo tra il governo siriano e l’opposizione”, ha affermato il presidente iraniano, Hassan Rohani, in un editoriale pubblicato sul sito del Washington Post.

L’inedita proposta potrebbe essere accolta con prudenza dagli Stati Uniti, che hanno sempre sostenuto che Teheran appoggia con armi e soldati il regime di Bashar al-Assad.

L’incontro con Obama
“Un approccio costruttivo della diplomazia non significa rinunciare alle pretese di ciascuno. Questo vuol dire incontrarsi con i propri omologhi, su un piano di uguaglianza e nel rispetto reciproco, per rispondere alle inquietudini diffuse e raggiungere obiettivi comuni”, ha detto Rohani.

In questo processo il presidente iraniano non esclude un incontro con l’omologo americano Barack Obama per discutere le “condizioni indispensabili”. “Tutto è possibile nel mondo della politica”, ha detto Rohani in un’intervista alla Nbc. L’incontro non è ancora in programma, ma potrebbe essere a breve.

La strategia diplomatica
L’Iran ha lanciato questa settimana un’offensiva diplomatica e mediatica prima dell’intervento del presidente all’Onu. Rohani ha scambiato messaggi di buona volontà con Obama, ha liberato un gruppo di circa 12 prigionieri politici e ha chiarito che l’Iran non vuole la bomba atomica. Un cambio di tono radicale rispetto all’amministrazione precedente.

“Abbiamo ripetuto che non cerchiamo, in nessuno modo, di sviluppare armi di distruzione di massa, incluse quelle nucleari, e non lo faremo”, ha detto Rohani ieri durante l’intervista alla Nbc. Da quando si è scoperto il programma nucleare dell’Iran nell’estate del 2002, il governo ha sempre negato il suo carattere militare.

Segnali di pace
Secondo Karim Sadjapour, ricercatore del Centro Carnegie per la Pace Globale, ci sono dati che suggeriscono che l’Iran si sta organizzando per un impegno nucleare e vuole preparare l’opinione pubblica. Gli iraniani hanno sofferto l’orrore delle armi chimiche e non è assurdo che vogliano davvero contribuire al processo di pace in Siria.

La strategia diplomatica di Rohani è cominciata con l’invito al dialogo con gli altri Stati e l’affermazione che una comunicazione priva di tensioni con l’Occidente è fondamentale per la risoluzione dei problemi interni.

In più, via Twitter ha fatto gli auguri al popolo ebraico per la festività di Rosh Hashana, una differenza sostanziale rispetto al suo predecessore.

La diffidenza di Israele
Nonostante l’apparente buona volontà, Israele non si fida. Il direttore della Commissione dell’Energia Atomica di Israele, Shaul Chorev, ha accusato l’Iran di voler prendere tempo con l’inganno per così potere andare avanti con il programma nucleare.

“Fino ad ora l’Iran ha approfittato di tutte le opportunità offerte dalla commissione per l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica e la comunità internazionale”, ha detto Chorev. Si può cambiare il vocabolario diplomatico e si possono portare avanti alcune iniziative, ma fino a quando non ci sarà trasparenza su alcuni dubbi che riguardano l’industria atomica iraniana per Israele la situazione di pericolo non cambia.

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