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Il contributo di Josemaría Escrivá all’educazione nel terzo millennio

Fra i grandi educatori e fautori di istruzione morale e professionale nel XX secolo non è stata finora molto valorizzata la figura di san Josemaría Escrivá (1902-1975), fondatore dell’Opus Dei. Eppure, per sua diretta iniziativa o di fedeli dell’Opera da lui fondata, spesso con la collaborazione di tante persone di buona volontà, anche non cattoliche, sono nate in tutto il mondo attività di grande portata sociale come, per fare solo alcuni esempi, il centro educativo Crotona che opera nel Bronx di New York o l’università Strathmore in Kenya che fin dagli anni ’60 accoglie studenti di tutte le religioni ed etnie, oppure, a Roma, il Centro Elis, che prepara tecnicamente ed umanamente i giovani all’inserimento nel mondo del lavoro.

Nell’ultimo libro di don Carlo Pioppi, Escrivá de Balaguer. Educazione cristiana alla professionalità (editrice “La Scuola”, Brescia 2013, collana “Maestri. Testi e profili“, € 9,00), si offrono finalmente interessanti spunti per entrare nel mondo pedagogico ed educativo di questo sacerdote spagnolo, canonizzato da Giovanni Paolo II il 6 ottobre del 2002.

Don Pioppi, docente di Storia della Chiesa nelle facoltà di Teologia e di Comunicazione sociale della Pontificia Università della Santa Croce e direttore della rivista Studia et Documenta. Rivista dell’Istituto Storico San Josemaría Escrivá, illustra nel libro abbondanti motivi per giustificare l’inclusione di Escrivá fra le più eminenti figure di pedagogisti, educatori e testimoni cristiani in grado di aiutare a riflettere sulle sfide educative del presente e del futuro.

San Josemaría, come documenta Pioppi, ha frequentato in effetti per tutta la sua vita ambienti educativi dei più vari livelli, dalle scuole di formazione a quelle di preparazione universitaria, dagli istituti d’istruzione di base a quelli agrari o per ingegneri etc.

Una prima idea che il libro cerca di trasmettere, e che si riflette nella prima parte dell’introduzione di Pioppi, è quella di mostrare come l’azione pastorale del fondatore dell’Opus Dei sia sempre stata diretta a promuovere od operare direttamente per la nascita, in molti paesi del mondo, di istituzioni educative: scuole elementari, medie e superiori, scuole tecniche, professionali e sportive, istituzioni per l’organizzazione del tempo libero dei ragazzi; residenze universitarie, congressi internazionali di studenti, scuole di lingue, università. Tra queste ultime, la Pontificia Università della Santa Croce, nella quale affluiscono ogni anno migliaia di sacerdoti, seminaristi e laici da tutte le parti del mondo.

Come fonti per descrivere il ruolo svolto da mons. Josemaría Escrivá in ambito educativo, Pioppi si è avvalso dei lavori accademici più recenti ma, soprattutto, di quelli apparsi sulla rivista da lui diretta, Studia et Documenta, che cercano di superare il carattere di presentazione agiografica del sacerdote spagnolo e del suo operato.

Secondo Pioppi il cuore del messaggio educativo del fondatore dell’Opera è soprattutto quello della ricerca di un compimento dei doveri quotidiani e del lavoro professionale nel modo migliore possibile. «Non c’è dubbio, infatti – ha dichiarato infatti in una recente intervista sul libro – che egli, con i suoi insegnamenti pastorali concernenti la santificazione del lavoro – che ha come primo gradino il perfetto compimento del proprio dovere professionale –, abbia aiutato migliaia di persone a compiere il loro lavoro con maggior perfezione, tenacia, ordine, passione, spirito di servizio agli altri, insomma al gusto per il lavoro ben compiuto per amore di Dio e del prossimo» (cit. in Giovanni Tridente, San Josemaría Escrivá, maestro di educazione. Don Carlo Pioppi racconta in un libro l’opera educatrice del fondatore dell’Opus Dei, in Zenit, 6 settembre 2013).

L’Autore, quindi, alla fine del libro, seleziona e riproduce una antologia di testi di mons. Escrivá con relazione alla missione educativa cristiana e la santificazione del lavoro. Tra questi uno riveste carattere di particolare novità, perché è la pubblicazione per la prima volta in italiano di un discorso di san Josemaría, pronunziato nel 1965 dinnanzi a Paolo VI. Si tratta del discorso di accoglienza a Papa Montini, in occasione della sua visita al nascente Centro Elis, nella periferia di Roma. Quest’ultimo Istituto, fondato negli anni ’60 per la formazione di giovani tecnici, deve il suo nome appunto alle iniziali delle parole “Educazione”, “Lavoro”, “Istruzione” e “Sport”, e costituisce oggi  una delle maggiori opere educativo-professionali dell’Opus Dei, divenuta persino ONG per la cooperazione internazionale allo sviluppo in Italia, in Asia, Africa e America Latina.

Infine, per menzionare uno di quei pensieri di Escrivá che trovano oggi non molto ascolto nelle aule e nei media, si può ricorrere alla prima opera del sacerdote spagnolo, pubblicata postuma nel 1977. Si tratta di Amici di Dio, che raccoglie 18 omelie da lui pronunciate tra il 1941 e il 1968 e che, al punto 138, vede così il fondatore dell’Opus Dei sintetizzare la vera “fonte” di ogni efficace opera formativa: «Penitenza, per i genitori e, in genere, per chi ha un compito di direzione o educativo, è correggere quando è necessario, secondo il tipo di errore e le condizioni di chi deve essere aiutato, passando sopra ai soggettivismi sciocchi e sentimentali». Difficile, forse, ma indispensabile…

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