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Iran, Siria e spionaggio. L’agenda dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite

L’Assemblea generale dell’Onu inizia oggi a New York e al centro dell’agenda ci sono il conflitto in Siria e i rapporti tra l’Iran e l’Occidente. Il presidente americano, Barack Obama, parlerà la mattina, mentre il nuovo presidente iraniano, Hassan Rohani, lo farà nel pomeriggio. Anche se ancora non è stato confermato, la Casa Bianca ha informato che non è escluso un incontro tra i due presidenti. Un semplice saluto nei corridoio sarebbe un evento storico; il primo contatto tra i capi di Stato dell’Iran e gli Stati Uniti dalla Rivoluzione islamica del 1979 e l’inizio di una nuova era diplomatica.

Anche altri leader mondiali faranno strategici incontri. Il nuovo ministro degli Affari esteri iraniano, Mohamed Jawad Zarif, e il segretario di Stato americano, John Kerry, incontreranno insieme giovedì i colleghi russi, cinesi, inglesi, francesi e tedeschi.

Accordi sul disarmo
Secondo il Wall Street Journal, è già organizzato un incontro tra Kerry e il ministro degli Affari esteri russo, Sergei Lavrov, per continuare a discutere sull’accordo di disarmo dell’arsenale chimico in Siria. Il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha informato oggi che gli ispettori delle Nazioni Unite torneranno domani in Siria, per continuare le indagini sui presunti attacchi con armi chimiche.

L’opportunità del dialogo
Secondo l’ex presidente iraniano Mohammad Khatami, la visita del presidente iraniano Hassan Rohani all’Assemblea delle Nazioni Unite offre un’opportunità unica all’Occidente e all’Iran per arrivare a una soluzione diplomatica di numerose questioni di politica estera, non solo quella nucleare. In un articolo pubblicato oggi sul Guardian, l’ex presidente riformatore invita l’Occidente a dare prova di coraggio e ottimismo.

“Il sostegno esplicito della Guida suprema della Repubblica islamica offre a Rohani e ai suoi colleghi l’autorità necessaria per una soluzione diplomatica di numerose questioni di politica estera con l’Occidente, non solo quella nucleare”, ha scritto Khatami.

Ma perché l’iniziativa abbia successo è necessario “un certo grado di coraggio e di ottimismo da parte dell’Occidente per ascoltare le voci del popolo iraniano che è stato colpito in modo doloroso da sanzioni ingiuste, che hanno minacciato il tessuto della società civile e le infrastrutture democratiche”, ha aggiunto.

La tranquillità di Assad
Il presidente siriano, Bashar al-Assad, ha detto ieri in un’intervista a un quotidiano cinese che non si preoccupa minimamente per le decisioni degli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito durante il vertice del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Il quotidiano siriano Al Watan ha informato che il ministro degli Affari esteri, Walid al Moallem, farà un discorso il 30 settembre all’Assemblea generale dell’Onu come capo della delegazione del suo Paese.

La questione degli spionaggi
Ad inaugurare l’Assemblea, prima di Obama, ci sarà il presidente del Brasile, Dilma Rousseff. È previsto che il suo discorso si concentri sulla politica contro lo spionaggio mondiale, con chiari riferimenti contro il governo americano.

Rousseff ha annullato la visita prevista per il 23 ottobre a Washington. Critica l’egemonia americana sulla rete e cerca azioni contro lo spionaggio svelato da Edward Snowden, che ha colpito le comunicazioni tra il presidente e la compagnia petrolifera Petrobras.

Il tema della cyberguerra sta a cuore a molti governi latinoamericani. Probabilmente sarà l’argomento dei discorsi del presidente dell’Argentina, Cristina Fernández de Kirchner, e del presidente dell’Uruguay, José Mujica.

La missione di Bonino
“Se uno pensa all’atmosfera che circondava gli interventi di Mahmoud Ahmadinejad, con l`uscita delle delegazioni dalla sala, è indubbio che nei confronti dell’Iran ci sia un’atmosfera diversa, di attesa e di speranza alle Nazioni Unite”, ha detto il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, in un’intervista al Corriere della Sera.

La liberazione dei detenuti politici, le dichiarazioni di disponibilità sul nucleare sono segnali di apertura da parte dell’Iran. Bonino ha incontrato ieri a New York l’omologo iraniano.

Anche sulla Siria il capo della Farnesina resta ottimista: “Si è aperta una finestra di tempo per la politica e la diplomazia, che va attraversata con convinzione, investendoci pesantemente: è in salita, a cominciare dalle armi chimiche, ma va percorsa”.

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