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Letta non ha il fisico per la Merkel

“L’Italia non ha le risorse per farlo”. Taglia corto Gian Enrico Rusconi, professore emerito di Scienze politiche all’Università di Torino ed editorialista della Stampa, di fronte alla prospettiva di un’alleanza politica con la Germania, auspicata da Carlo Pelanda su Formiche.net.

Professore, Pelanda suggerisce di combattere l’austerity puntando su un’alleanza con Berlino in chiave pro Usa. Cosa ne pensa?
Magari… Sarebbe auspicabile ma non vedo al momento forze in grado di farlo. Mi appare un discorso che manca di realismo. L’ultimo preso sul serio in Germania è stato Mario Monti. Enrico Letta, spiace dirlo, è inesistente. C’è una caduta dell’immagine del Paese all’estero che è spaventosa.

Ritiene fattibile la nascita di una versione italiana di Ppe speculare alla Cdu tedesca?
È una cosa che non si può realizzare, la nostra situazione è drammatica. E poi da chi sarebbe composta? Dal Pd che quando parla di Letta “democristiano” certo non lo fa in positivo? Non ci sono le condizioni in Italia.

Grosse koalition e larghe intese. Sono paragonabili?
Non sono analoghe nel modo più assoluto. Da noi rappresentano due fazioni che si combattono in maniera vergognosa, reggono solo perché l’alternativa, il voto, spaventa tutti. In Germania si tratta di una cosa seria, difficile ma che ha grande consenso. La filosofia merkeliana ha un consenso unanime e l’Spd non ha un’idea alternativa a Merkel, semplicemente appare più elastica e punterà su alcune riforme interne per il programma del Paese.

Cosa cambia con il terzo mandato per Angela Merkel?
Questa vittoria dà maggiore responsabilità alla Merkel, la espone maggiormente alle aspettative degli amici e degli avversari. Lei dice “andiamo avanti così” per altri quattro anni ma ci sono alcuni elementi su cui dovrà ragionare. Va bene mai aumento del debito, va bene “compiti a casa sempre fatti” ma dovranno esserci delle aperture, dei ritocchi ed essi verranno letti come giusta concessione o come suo cedimento? Qui sta la scommessa. Ma non illudiamoci che tra i suoi interlocutori ci sia l’Italia. Ormai il gioco è tutto in mano a istituzioni come la Bce o il Fmi e questo ci riporta alla complicata questione: l’Europa non dovrebbe essere soltanto l’euro.

Il partito anti-euro in Germania ha sfiorato l’ingresso in Parlamento. Pensa sia possibile la nascita di un partito simile in Italia?
In Italia c’è già, sono gli urlatori contro l’euro. Ma l’Afd non è paragonabile al M5S o ai leghisti. Quello tedesco è un piccolo partito ma fatto di persone qualificate che fanno un ragionamento radicale ma non populistico. E’ un progetto discutibile ma su cui si può riflettere.

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