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Unicredit vede e prevede le strategie di Napolitano e Letta

Poche certezze entro mercoledì, quando il premier Enrico Letta chiederà la fiducia al Senato dopo l’accelerazione impressa sabato alla crisi di governo dalle dimissioni dei ministri del Pdl. Ma qualche ipotesi sul tavolo resta. Secondo il centro Studi Unicredit, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel caso in cui Letta non ottenesse la fiducia, non resterebbe che nominare un nuovo premier, tentando il tutto per tutto prima di sciogliere le Camere.

Le previsioni sbagliate

La situazione politica italiana, si legge nel report, “si è deteriorata velocemente negli ultimi giorni, mettendo in dubbio quanto avevamo sostenuto finora, e cioè che la situazione personale di Berlusconi non avrebbe minacciato la stabilità della coalizione di governo. Queste previsioni erano basate sul presupposto che il Pdl/Forza Italia, e il suo leader, avessero più vantaggi nel rimanere al governo, dato che né Letta né Napolitano possono fare molto per cambiare la situazione di Berlusconi. Ma la scorsa settimana i falchi del Pdl hanno preso il potere rispetto alle colombe, e ciò ha accelerato la crisi di governo. Adesso Napolitano ha ribadito che lo scioglimento delle Camere sarà preso in considerazione solo in extrema ratio, dopo il voto di fiducia al Senato di mercoledì”.

I punti chiave del discorso di Letta al Senato

E il discorso di Letta probabilmente “chiederà sostegno sull’autonomia del governo da ogni decisione della giunta del Senato e dal destino politico di Berlusconi, un forte consenso sulla Legge di Stabilità da presentare entro la metà di ottobre, e un accordo per una rapida riforma della legge elettorale e forse la possibilità di proseguire con le riforme istituzionali e in vista della presidenza di turno italiana dell’Unione europea nella seconda metà del 2014”, prosegue il report.

La nascita di un nuovo centro destra

E’ sempre più chiaro che la strategia di Letta punterà a sfruttare la sua agenda politica per convincere l’ala moderata del Pdl, dati anche i segnali di rottura all’interno del partito di Berlusconi. E una vera divisione “sarebbe positiva perché allontanerebbe la prospettiva di una crisi di governo e, nel medio termine, getterebbe le basi per la creazione di un centro destra meno populista e più moderato”.

Le possibili mosse di Napolitano

“E’ estremamente difficile predire l’esito del voto di fiducia. Se Letta fallisse, Napolitano potrebbe provare l’ultima soluzione prima di sciogliere le Camere, nominando un nuovo premier per verificare l’esistenza di una maggioranza per approvare la Legge di Stabilità e riformare la legge elettorale prima di nuove elezioni, da tenersi forse all’inizio del 2014”, conclude il report Unicredit.

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