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A Lampedusa si muore anche di retorica

Pubblichiamo grazie all’autorizzazione di Class Editori il commento del direttore di Italia Oggi Pierluigi Magnaschi.

A pochissimi giorni dall’ultima tragedia di immigrati annegati nel Mediterraneo, mentre stavano rincorrendo il loro sogno di una vita migliore, se ne è ripetuta un’altra di dimensioni ancora più grandi. I morti accertati, mentre scrivo queste righe, sono già più di cento. Ma si dice che i dispersi siano altri 150. Il bilancio della tragedia quindi è tutt’altro che finito.

Inevitabilmente (e senza apparenti reazioni da parte di nessuno; Ordine dei giornalisti dove sei?) si è subito ripetuto lo sciacallaggio di alcuni cronisti televisivi che ficcano in bocca il loro microfono a chiunque incontrano, specie se sono dolenti o indaffarati nei soccorsi, per porre loro delle domande arroganti petulanti e offensive, alle quali, una persona normale dovrebbe rispondere solo con dei gesti, possibilmente risolutivi.

Arrivano poi le autorità ambulanti (purtroppo sempre le solite) che, di solito, fino a dieci annegati, si limitano a mandare un messaggio ai grandi tg che li mandano in onda con la loro fotografia a colori. Invece, se gli annegati sono di più, le autorità ambulanti accorrono sul posto, certe di ottenere, questa volta, il servizio in video sui tg mentre si aggirano sulle spiagge con la faccia dolente e la testa assolutamente priva di qualsiasi idea per, non dico eliminare, ma almeno attenuare la possibilità che si ripetano queste tragedie.

Se queste autorità ambulanti (sempre le solite, ripeto) fossero veramente interessate a prevenire il futuro spreco di vite umane, esse dovrebbero correre a Bruxelles, non precipitarsi a Lampedusa. Dovrebbero infatti andare a inchiodare, con dati, idee e argomenti, i commissari comunitari che invece, come le tre scimmiette, su questa catastrofe in più atti, fanno finta di non vedere, non udire, non parlare.

E poi dovrebbero stare a Roma per indurre il Parlamento a varare misure adeguate e procedure rapide per punire severamente gli scafisti, questi negrieri di carne umana che agiscono indisturbati nel Terzo millennio, nei nostri mari, davanti alle nostre coste. E poi, le autorità ambulanti, dovrebbero andare dai responsabili delle grandi reti tv (a partire dalla Rai) per indurli a fare trasmissioni destinate a chiarire il pericolo che si corre a voler attraversate il Mediterraneo con delle carrette.

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