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Il no di Renzi a Napolitano su amnistia e indulto

Fino ad ora era stata solo una tiepida frenata. Oggi con Matteo Renzi diventa un secco no. Il Pd non sarà disponibile alle “misure straordinarie” prospettato dal presidente Napolitano nel suo messaggio alle Camere per risolvere l’emergenza carceraria.

Il premier Enrico Letta aveva accolto senza se e senza ma le parole del capo dello Stato. Riserve invece erano arrivate da Danilo Leva, responsabile Giustizia del partito, prima e direttamente dal segretario Guglielmo Epifani poi. Oggi la “cautela” mostrata fin qui dai democrats viene spazzata via sul palco della fiera del Levante a Bari dove il sindaco di Firenze ha iniziato la sua campagna per le primarie.

Nel Pd di Renzi, che poi secondo tutti i pronostici è il Pd che ci sarà dal 9 dicembre in poi, non c’è spazio né per l’amnistia né per l’indulto: “Io ho molto rispetto per il Capo dello Stato, ma penso che affrontare oggi il tema dell’indulto e dell’amnistia sia un clamoroso errore, un autogol. Come facciamo a spiegare alle giovani generazioni che li scegliamo per risolvere l’emergenza carceri?”, dice senza paura il sindaco che invece prospetta altre soluzioni come cambiare la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi, che “non hanno funzionato” e intervenire su riforme strutturali, come la custodia cautelare.

Con le scadenze ravvicinate delle corti europee a riguardo e il Pdl che spinge per questo tipo di interventi, dalla Puglia sembra arrivare un nuovo grande problema per il governo Letta.

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