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Monti smoscia Scelta civica? I numeri dicono che…

Monti è deleterio per Scelta civica? All’indomani del risultato elettorale di circa il 10% che ha portato in Parlamento la neonata formazione dell’ex premier tecnico, i malumori e le tensioni intestine degli ultimi sei mesi hanno prodotto come prima conseguenza un crollo netto e costante dei consensi. Secondo l’ultimo studio condotto dall’istituto di AnalisiPolitica, dalle elezioni di febbraio Scelta Civica ha ridotto di due terzi il suo peso nei sondaggi. Ma al contempo i principali partiti mostrano non poche difficoltà nel recuperare quei voti che ora sono liberi, come dimostra il fatto che più della metà dei voti che furono di Monti sono ancora fluttuanti.

Lettera
Nella missiva indirizzata ai montiani di stretta osservanza del partito (il vicepresidente Alberto Bombassei, il portavoce nazionale Benedetto Della Vedova e il capogruppo al Senato Gianluca Susta) Monti si dice lieto di continuare a far parte del gruppo di Sc al Senato. Smentendo di fatto se stesso visto che dopo il pranzo (“incriminato”) tra il ministro della Difesa Mario Mauro e l’ex premier Silvio Berlusconi nell’ottica di un possibile fronte popolare e moderato italiano, era stato lo stesso Professore a battere i pugni sul tavolo accusando apertamente di tradimento Mauro e pezzi dell’Udc.

Querelle
L’impressione è che l’elemento continuativo e costante di un marasma intestino preciso, non offra il destro a vantaggi di alcun genere. Perché se da un lato i montiani della prima ora hanno già lasciato intendere che con il Pdl non intendono raggiungere accordi di natura elettorale e programmatica (come il capogruppo alla Camera Lorenzo Dellai ha ribadito da queste colonne), dall’altro è pur vero che l’operazione meramente centrista non ha sortito i frutti desiderati. E molti esponenti più navigati che hanno partecipato a quell’avventura, già da alcuni mesi stanno ragionando a più cervelli non su come epurare tizio o caio, bensì su come ripartire politicamente.

Tradimento
In un determinato passaggio della missiva di Monti (contro quelli che hanno “tradito l’ispirazione di un partito che loro mi hanno chiesto di formare anche per portarli o riportarli in Parlamento”) sembrava che l’incompatibilità fosse ormai segnata e irreversibile, quindi le dimissioni formalizzate avevano il sapore di un dato quantomeno certo. Da cui ripartire, ognuno con le proprie coordinate, per dare vita ad una scissione così come un montiano della cerchia del professore aveva confermato a Formiche.net dicendo “sono quegli altri che dovranno andarsene se vorranno”. Ma la nuova versione dell’ex numero uno della Bocconi rimescola ancora una volta le carte.

Alleanze
Sembra però che separarsi non sarà così facile, dal momento che gli eletti sotto le bandiere di Sc avrebbero firmato, prima delle urne, un patto personale per non cambiare gruppo durante l’intera legislatura, come ammette un parlamentare eletto. Ragion per cui vi sarebbero anche difficoltà di carattere burocratico a rallentare una scissione nei fatti già consumatasi. Al pari dei rimborsi elettorali, visto che anche sul fronte economico sarebbe stato siglato un atto notarile per la definizione delle quote dei rimborsi. E buttare all’aria tutto a meno di un anno dalla nascita del partito è un’eventualità che qualcuno vorrebbe ancora evitare.

Puzzle
Il nodo però, è rappresentato ancora una volta dalle parole dell’ex premier. Quando dice “non ritengo tuttavia di potere recedere dalle dimissioni, attraverso le quali ho inteso anche favorire il consolidarsi e l’emergere di nuove leadership in Sc ed evitare che il nostro movimento avesse a soffrire degli attacchi mossi alla mia persona da parte di alcuni Parlamentari eletti nella coalizione che mi era stato chiesto di guidare”, Monti non chiarisce la situazione. Tutt’altro.

Numeri
Ad abbattersi su una situazione ancora in fibrillazione ci pensano i numeri dei sondaggi. Secondo Analisi Politica di Arnaldo Ferrari Nasi, da quella salita in campo di febbraio il Professore ha perso ogni mese un po’ dei suoi consensi. E la definisce “una costante discesa verso il basso che non si era mai vista nella Seconda Repubblica”. Stando ai numeri Sc è riuscito “a scivolare più ripido di Fli” e facendo la media tra le maggiori società di rilevazione, emerge che si è attestato al 7,5% a Marzo 2013; 6,3% ad Aprile; 5,4% a Maggio; 4,8% a Giugno; 4% alla ripresa di settembre e 3% questa settimana. Se non sono questi una spia di disagio…

twitter@FDepalo

 

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