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Ecco chi si giova delle mosse di Snowden. Parla Parsi

Le rivelazioni di Edward Snowden non sono casuali. La gestione e la pertinenza sembrano rispondere a un raffinato opportunismo politico. Il target delle sue mosse sono le opinioni pubbliche dei Paesi protagonisti coinvolti nelle sue rivelazioni. E se i rapporti tra gli Stati Uniti e i Paesi alleati posso subire deterioramenti, a beneficiarne possono essere i “nemici” della potenza americana: Russia e Cina.

In un’intervista con Formiche.net, Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore ed editorialista del quotidiano Il Sole 24 Ore, ha detto che il Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) rappresenta un pericolo per russi e cinesi. Per questo motivo i recenti scetticismi della Germania e la Francia, e l’impossibilità di rinnovare l’egemonia occidentale, sono una buona notizia per Pechino e Mosca.

“Il Ttip deve essere considerato come qualcosa di più di un’area di libero scambio allargata alle due sponde dell’Atlantico. Costituirebbe il nuovo architrave per una prosperità comune. Come lo è stata la Nato per la sicurezza. Potrebbe diffondere e tutelare le pratiche di una good governance del sistema economico internazionale capaci di attrarre anche Paesi esterni alla sua area di applicazione”, ha detto Parsi.

In un’articolo pubblicato ieri sul Sole 24 Ore, il professore sostiene che la Ttip sarebbe un antidoto contro il declino dell’egemonia statunitense. Ma perché questo accada è necessario che tutti gli alleati siano consapevoli e d’accordo con i vantaggi a lungo termine. Nell’immediato potrebbero non esserci ritorni finanziari e commerciali.

Una nuova governance occidentale del sistema internazionale potrebbe smontare i piani della Russia e la Cina. Sembra però che “i Pacific boys (and girls) dell’amministrazione Obama ne siano completamente all’oscuro, e non si rendano conto di come proprio la capacità di attrarre alleati costituisca il principale residuo vantaggio di Washington nei confronti di Pechino”, ha scritto Parsi.

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