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Quando la nobiltà d’animo aiuta la ricerca

Venerdì scorso è morto a Roma all’età di 81 anni il Conte Giovanni (Nino) Auletta Armenise, un industriale e banchiere internazionale, che nel 1996 ha fondato la “Giovanni Armenise-Harvard Foundation for Scientific Research”.

I giornali italiani hanno dato poco risalto alla notizia nonostante l’impegno non comune messo da Giovanni Armenise per sostenere la ricerca scientifica.

Come si legge sul sito della Fondazione (http://www.armeniseharvard.org/news/the-foundation-loses-its-chairman/)

“Quello che era iniziato come una storia d’amore per la moglie malata, è diventato con il tempo una serie di programmi per aiutare ricercatori nelle fasi iniziali della loro carriera, favorire il ritorno dei giovani talenti in Italia, e incoraggiare la collaborazione tra i migliori ricercatori in Italia e Stati Uniti. Il desiderio di promuovere l’eccellenza, la consapevolezza del ruolo cruciale che la scienza di base riveste nella battaglia quotidiana contro la malattia, e un costante interesse per il miglioramento della condizione umana sono stati i principi fondamentali che hanno alimentato le sue azioni.”

La Giovanni Armenise-Harvard Foundation è nata da una partnership unica tra il conte Giovanni Auletta Armenise e il dottor Daniel C. Tosteson, Preside della Harvard Medical School dal 1977 al 1997, che hanno lavorato insieme per costruire una nuova infrastruttura per finanziare il futuro della scienza.

La missione della Fondazione è sostenere la ricerca scientifica di base presso la Harvard Medical School e le migliori istituzioni scientifiche Italiane, favorendo il perseguimento della conoscenza e della scoperta scientifica per il bene del genere umano, nei campi della medicina e dell’agricoltura.

Il Conte ha donato alla fondazione di più di 50 milioni di dollari per finanziare la ricerca di base nelle discipline biologiche. Di questi più di 21 milioni sono stati investiti in Italia per sostenere centri di ricerca di eccellenza, premi e borse di studio per giovani ricercatori promettenti nelle prime fasi della loro carriera. Ma anche per finanziare ricerche congiunte tra Istituti italiani e la Harvard Medical School. Inoltre un programma per formare giornalisti scientifici. E borse per permettere soggiorni estivi in America a studenti promettenti. In questo spirito si inquadra anche l’accordo firmato nel 2010 con il CNR per finanziare insieme alla Fondazione A. Ruberti borse di studio per studenti universitari Italiani che lavorano in gruppi di ricerca del CNR e che desiderano effettuare uno stage estivo presso un laboratorio alla Harvard Medical School di Boston. E per tutte queste attività la fondazione si avvale di un comitato che comprende 11 tra i migliori scienziati italiani inclusa la neo senatrice Elena Cattaneo.

Insomma un impegno fattivo che da solo vale molto di più delle parole retoriche spese in questi anni in Italia sul rientro dei cervelli.

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