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La danza ansiogena dei tassi tra Bce e Fed

Ieri, la percezione che una FED preoccupata dagli effetti collaterali del Quantitative Easing avrebbe potuto anticipare il tapering, controbilanciandone gli effetti restrittivi con tassi bassissimi più a lungo, aveva generato un po’ di tensione sui risk asset, in particolare quelli emergenti.
Oggi argomentazioni analoghe, pur con maggiore accento sui benefici di un protrarsi della “zero rate policy” sono state salutate con favore dai mercati. Andiamo con ordine.

L’editoriale del Wall Street Journal

Stanotte, la comparsa di un editoriale sul WSJ del principale FED Watcher John Hilsenrath ha ottenuto una certa attenzione, producendo un significativo swing nel sentiment, fin li tendente all’uggioso. Nel pezzo viene citato uno studio  redatto dal capo della divisione monetary affairs della FED English, secondo cui una politica monetaria ottimale implicherebbe l’abbassamento di un punto (dall’attuale 6.5% al 5.5%) della soglia di disoccupazione indicata come inizio di rialzi nei tassi. Una guidance più aggressiva otterrebbe l’effetto di sganciare il livello dei tassi a lunga dalla quantità di quantitative easing erogata, permettendo alla fed di porre fine ad acquisti di asset i cui rischi restano ancora in gran parte sconosciuti.

Effetti sui mercati

Cosi i future azionari e i bond core sono rimbalzati (un po’ meno gli emergenti che preferiscono il QE) e il $ ha perso un po’ della recente verve.
La seduta europea ha rapidamente recepito il messaggio, ostentando una partenza brillante. Il sentiment ha poi ottenuto ulteriore supporto dalla pubblicazione dei PMI services europei per ottobre, rivisti significativamente al rialzo rispetto ai dati flash. Il dato aggregato europeo services passa da 50.9 a 51.6, più che dimezzando le perdite rispetto a settembre. Brillanti Francia (50.9 da 50.2) e Germania (52.9 da 52.2) mentre qualche ombra in più resta sull’ Italia (50.5 da precedente 52.7) e Spagna ( 49.6 da 49.0 ma ancora in territorio di contrazione).
Il dato composite EU è stato rivisto al rialzo di 0.4 a 51.9, a indicare un rallentamento davvero minimo rispetto a settembre (52.2), e una continuazione della moderata ripresa in corso in Europa all’inizio del quarto trimestre.

Mercati positivi

Sospinti dai buoni dati, i mercati hanno fatto i massimi di giornata nel primo pomeriggio. Dopodichè indiscrezioni diffuse da Market News secondo cui domani l’ECB non mettterà mano ai tassi hanno calmato un po’ gli entusiasmi. L’agenzia riporta le dichiarazioni di un anonimo membro senior dell’ Eurosystem, secondo cui la Banca Centrale Europea non avrebbe intenzione di incorrere nell’errore della FED, ovvero reagire eccessivamente a segnali caratterizzati da parecchio “rumore”.
A soffrire maggiormente il fixed income europeo, mentre la curva treasury si è irripidita, a prezzare tassi bassi più a lungo e quindi maggiori attese di inflazione nel lungo periodo. Più impermeabile l’ equity che comunque può contare su crescita accettabile, risultati tendenti al decente e un sentiment a prova di bomba: il posizionamento in azionario degli investitori individuali ha raggiunto il massimo da 6 anni a questa parte (66.3%) in base all’ ultima AAII Asset Allocation Survey .

BTP italiani, un successo oltre le previsioni

Nella giornata odierna si è chiuso, in anticipo,  il collocamento del BTP Italia, con un successo al di la delle più rosee previsioni. Il tesoro ha collocato 22.3 bln € di titoli a fronte di una domanda di oltre 27 bln. Con quest’ enplain, il Tesoro può dire di aver ufficialmente chiuso il rifinanziamento 2013. Le prossime aste, probabilmente di ammontare più contenuto, permetteranno di fare un po’ di prefunding per il 2014, caratterizzato da scadenze di titoli superiori a quelle occorse nell’anno corrente.

Il rovescio della medaglia è che un ammontare cosi rilevante emesso su un bond che, vuoi per la vocazione retail, vuoi per le particolarità (è legato all’inflazione italiana) tratta assai più a buon mercato rispetto a al resto dei bond nazionali, ha un costo oppurtunità non indifferente.
Ceteris paribus, il tesoro avrebbe incassato 2-300 milioni di Euro in più emettendo un omologo nominale o legato all” inflazione europea (anche se per emettere quel quantitativo sarebbero state necessarie diverse aste).

Giuseppe Sersale
Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr

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