Monta la rabbia nell’Unione europea. L’austerità imposta da Bruxelles, in linea con i desiderata tedeschi, sta dando vita in molti Stati membri a nuovi populismi, che puntano a destrutturare l’intero impianto della moneta unica. Ma ad esprimere la loro contrarietà non sono solo i cittadini dei Paesi periferici dell’Unione.
A ritenere ormai insostenibile la politica del rigore indicata da Berlino sono autorevoli economisti stranieri e italiani come Paolo Savona, che ha redatto un appello per una nuova Europa che raccoglie ogni giorno nuove adesioni.
E al coro degli scontenti si è aggiunta di recente anche Washington, che per la prima volta, nel rapporto semestrale del Tesoro, ha preso posizione indicando nella politica della Germania incentrata sull’export, la vera causa della perdurante recessione dell’Eurozona.
E così, anche il governatore della Bce, Mario Draghi, in aperto contrasto con la Bundesbank, ha deciso di tagliare i tassi al minimo storico, ridando ossigeno per il momento all’area euro.
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