Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

Da De Gasperi all’IA: come si scrive la storia. Lezioni di futuro
L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Il Corriere della Sera giavazziano arrostito dal Sole confindustriale sulle privatizzazioni

Li vediamo già i corifei del liberismo metafisico elaborare commenti e corsivi sulla prova lampante che la Confindustria presieduta da Giorgio Squinzi – dopo essere considerata inutile, superata e perigliosa per le sorti della nazionale – è diventata ormai un covo di protezionisti e statalisti.

IL SOLE ILLUMINA IL CORRIERE

Oggi la prima pagina del quotidiano Il Sole 24 Ore, di proprietà appunto della Confindustria, fornisce un ulteriore dolore ai discepoli del turbo liberismo che pure sul Sole non mancano, visto che una firma di punta del quotidiano diretto da Roberto Napoletano è pure l’economista Luigi Zingales. Ma il quotidiano confindustriale, evidentemente, è una tribuna aperta al dibattito e non un organo settario che si fa megafono di ideologismi.

LE TURBOLENZE LIBERISTA ALL’OMBRA DEL SOLE

A provocare sicuri malumori allo stesso Zingales, per non parlare di altri economisti che scrivono sul Sole come Roberto Perotti e manager/intellettuali come Franco Debenedetti, è oggi l’economista Alberto Quadrio Curzio noto per le sue posizioni pragmatiche e ben poco ideologiche. Quadrio Curzio, pur non menzionando alcun suo collega, si discosta nettamente sul tema delle privatizzazioni e del ruolo della Cassa depositi e prestiti a fini della riduzione del debito dall’editoriale di ieri del Corriere della Sera scritto dal bocconiano Francesco Giavazzi.

L’economista liberista, prima firma economica del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli, ieri ha stimmatizzato quelle che lui chiama finte privatizzazioni: ovvero il passaggio dei quote di società statali dal Tesoro alla Cdp presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’ad, Giovanni Gorno Tempini.

IL GIAVAZZI PENSIERO

“Sulle cessioni di aziende pubbliche vorremmo chiedere un impegno – ha scritto ieri Francesco Giavazzi nel suo editoriale sulla prima pagina del Corriere della Sera – Che non si chiami «privatizzazione» il trasferimento della proprietà di un’impresa alla Cassa Depositi e Prestiti, una società della quale lo Stato possiede l’80% del capitale. Così è accaduto per le quote di Eni, Enel, Terna, Snam, Sace, Simest, Fintecna e, ultima arrivata, Ansaldo Energia.
Sarebbe bene fermarsi. Non è con gli artifici contabili (anche se formalmente consentiti dalle regole europee) che si diminuisce l’indebitamento e si aiuta la crescita. Se il governo vuole ridurre l’onere del debito pubblico attingendo al risparmio postale (una fonte di finanziamento relativamente poco costosa che oggi affluisce alla Cassa) lo destini direttamente alla Tesoreria dello Stato, senza farlo transitare per la Cassa, spesso pagando dazio”. Per altri passaggi dell’editoriale si può leggere qui.

LA STRAGLIATA ANTI GIAVAZZI DI QUADRIO CURZIO

Senza alcuna menzione di colleghi e di altri giornali, oggi l’editoriale di prima pagina del quotidiano Il Sole 24 Ore stimmatizza la vulgata liberista ricorrendo al pensiero pragmatico di un cattolico liberale come Alberto Quadrio Curzio: “La ripresa delle vendite di partecipazioni azionarie e di beni immobili dello Stato e di Enti locali pare certa. Per evitare di farlo per dogmi liberisti – chiosa Quadrio Curzio, peraltro già collaboratore del Corriere della Sera ma in maniera defilata rispetto alla coppia Alesina/Giavazzi –  consideriamo le finalità e le strategie anche per il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti. La stessa è un’azienda privata di mercato pur essendo posseduta dallo Stato all’80% e perciò è sbagliato dire che cessioni di partecipazioni alla Cdp non sono privatizzazioni o addirittura dire che sono mere partite di giro a carico del contribuente”.

I CONFRONTI EURO-TEDESCHI FRA CASSE

“Lo conferma anche il fatto – aggiunge Quadrio Curzio sulla prima pagina del Sole – che sono considerate privatizzazioni le vendite di asset pubblici alla Cdp tedesca (KfW), detenuta al 100% dallo Stato ma considerata una “market Unit” (come la nostra Cdp) dalle Istituzioni Comunitarie. Per questo né la Cdp né la KfW sono consolidate dentro i debiti pubblici. Sono temi sui quali ci siamo spesso intrattenuti su queste colonne anche in relazione alle infrastrutture”.

QUADRIO SBUGIARDA ANCHE L’IDEA DI UN’ITALIA STATALISTA

L’economista cattolico-liberale firma del Sole smentisce con alcuni dati anche alcuni luoghi comuni: “La Ue nel 2012 e nel primo semestre 2013 ha privatizzato in proporzione meno di noi: solo 28,5 miliardi di euro pari al 19,9% che è meno della metà della quota europea di lungo periodo su quella mondiale (come certificano le analisi della Fondazione Eni-Mattei e della Kpmg)”.

La coppia Alesina&Giavazzi sta già affilando le penne per una replica?

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter

LE NOSTRE RIVISTE

formiche AirPress decode39 healthcarepolicy

SEGUICI SUI SOCIAL